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Volley femminile, Mondiale 2018: finale Italia-Serbia, le Campionesse d’Europa ai raggi X. Boskovic e la difesa per l’assalto al primo titolo iridato

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Non solo Boskovic. La Serbia è aggrappata spesso e volentieri al suo faro in attacco, a colei che l’ha trascinata in finale alle Olimpiadi due anni fa e ora in finale ai Mondiali. Partita dopo partita le serbe hanno confermato di essere una squadra vera, completa in tutti i reparti, capace di tirarsi fuori dalle situazioni più complicate, a volte affidandosi alla sua attaccante di gran lunga più forte ma a volte anche sfruttando le potenzialità e le capacità delle altre atlete che compongono un sestetto di altissimo livello.

Forte in attacco grazie a Boskovic e Mihajlovic, forte a muro grazie a Rasic e Veljkovic, la Serbia sta stupendo soprattutto nel fondamentale di difesa dove riesce spesso a fare la differenza raccogliendo palloni al limite dell’impossibile. Tijana Boskovic è la donna del Mondiale assieme a Paola Egonu. Protagonista assoluta in attacco, a lei Ognjenovic si affida nei momenti più complicati, a lei indirizza campanili inattaccabili per qualsiasi altra schiacciatrice che Boskovic addomestica e trasforma in bordate indifendibili per le avversarie. Nelle ultime partite si è concentrata molto sulla diagonale, sbagliando qualcosa (poco) in lungolinea. Un dato su cui le azzurre dovranno lavorare molto, magari costringendo Boskovic a cercare le mani del muro, per un attacco che non sempre è garanzia di punto. La potenza e la capacità di gestire al meglio i palloni complicati sono la specialità della casa di una giocatrice che ha ancora margini di miglioramento, a muro ad esempio.

L’altra giocatrice chiave in attacco della Serbia è Brankica Mihajlovic che in questi Mondiali non sta sbagliando una partita. Efficace in attacco da ogni posizione: varietà di colpi micidiale da zona 4 e potenza quando viene chiamata in causa con la pipe le sue caratteristiche. Bene anche la ricezione per lei. Bianka Busa è quello che si può definire un martello di equilibrio. Molto brava in ricezione, pericolosa al servizio, poco servita (e il motivo c’è) in attacco dove le sue percentuali non sono elevatissime.

Le centrali serbe si completano: Rasic è quella con più soluzioni in attacco, è capace anche di mettere a terra palloni complicati con le forzature di Ognjenovic che mandano in tilt i muri avversari, anche nelle soluzioni di fast. Veljkovic, che in Italia conosciamo bene, ha nel muro il fondamentale più pericoloso ma anche lei quando viene chiamata in causa non disdegna la potenza in primo tempo.

Maja Ognjenovic, altra vecchia conoscenza del campionato italiano, è la migliore alzatrice del mondiale. Lucida, precisa, riesce a trovare la soluzione giusta per ogni momento del match è il suo compito è reso ancora più difficile dal fatto che le palle da alzare a ognuna delle compagne sono totalmente diverse una dall’altra. Il libero Popovic sta giocando un grandissimo Mondiale. Fortissima in difesa, se la sta cavando molto bene anche in ricezione contribuendo attivamente alla grande prestazioni di una nazionale serba sempre difficilissima da battere.

 





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