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Olimpiadi Invernali 2026: da palazzo Balbi parte la corsa di Milano e Cortina

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Palazzo Balbi, la sede della Regione Veneto, segna quello che può considerarsi il vero inizio della corsa olimpica di Milano e Cortina per i Giochi invernali del 2026. Si sono ritrovati il Sindaco di Milano Giuseppe Sala, quello di Cortina Giampietro Ghedina, i Presidenti di Lombardia e Veneto Attilio Fontana e Luca Zaia, la rappresentante del CONI Diana Bianchedi e infine Giorgio Re, che sta mettendo mano al report assieme all’agenzia Weplan.

La sfida a Calgary (che aspetta, in più, un referendum), Stoccolma ed Erzurum è lanciata. Il punto d’arrivo potrebbe non essere la sessione del CIO di Milano 2019, perché sarebbe tolta alla città nell’attimo in cui la candidatura olimpica diventerà ufficiale (dovrebbe accadere tra lunedì e martedì, nella sessione di Buenos Aires). “Se ci dicono di farla altrove a noi va bene“, afferma Sala, che non ne fa, nei fatti, un dramma.

Molto verterà sulla copertura economica dell’evento, dal momento che il 10 gennaio andrà presentato il piano dettagliato con le cifre e il governo, per bocca del vicepresidente Luigi Di Maio, ha già espresso l’intenzione di non voler spendere alcunché. Spiega ancora Sala: “Non servirà una fideiussione, ma una semplice dichiarazione di principio. I soldi potranno essere spalmati nei bilanci degli anni successivi. In questo ambito, ricorrendo a sponsor, non sarà un grande problema. Certo, non accettiamo con tranquillità il fatto che il governo non metta fondi. Per noi quella non è partita chiusa, ma è anche vero che non sentiamo l’aspetto economico come grande problema“.

Diana Bianchedi, che già s’era spesa molto per la causa di Roma 2024, torna a ribadire il concetto dell’esistenza dell’Agenda 2020 per Milano-Cortina 2026: “Siamo stati a Losanna la settimana scorsa, il Cio non ha visto ancora i nostri siti ma hanno apprezzato la professionalità. E’ una sfida gigantesca, sarà la prima olimpiade organizzata con Agenda 2020“. Tradotto in termini semplici: non si devono costruire per forza solo nuovi impianti, ma basta riutilizzare ciò che c’è già, allo scopo di contenere i costi. In questo senso, la candidatura italiana presenterebbe pochi problemi, dal momento che il solo impianto di futura costruzione previsto è il Palazzo del Ghiaccio di Milano.





federico.rossini@oasport.it

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Credits: Pier Colombo

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