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MotoGP, Mondiale 2018: segnali di ripresa per la Yamaha. Valentino Rossi incrocia le dita

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La MotoGP di questi anni si sta segnalando per una caratteristica sempre più importante: l’imprevedibilità. Le incognite sono sempre maggiori, sotto numerosi punti di vista e, molto spesso, non è facile prevedere come andrà un weekend di gare. Mettere Marc Marquez tra i candidati a pole position e vittoria rimane scontato, quello sì, ma capire quale sarà la moto migliore, quale sarà la gomma da utilizzare in gara, o quale set-up sarà quello ideale in base a grip, temperature e layout, è sempre molto difficile.

È ormai di dominio pubblico che la Honda di Marquez possa competere in ogni tracciato, oppure che lo spagnolo predilige le gomme Hard, come la Ducati sa eccellere in determinati circuiti, ma soffre altri (come Phillip Island) che presentano curve da percorrenza. Fino al Gran Premio di Buriram, poi, appariva abbastanza scontato che la Yamaha temesse le alte temperature e le piste con poca aderenza. Valentino Rossi e Maverick Vinales, infatti, erano sbarcati sulla pista thailandese con le orecchie basse e ben poche speranze di poter essere della lotta.

Sin dalla prima sessione di prove libere, invece, le M1 hanno dimostrato di essere a proprio agio sul Chang International Circuit (sul quale nei test invernali avevano arrancato parecchio) comportandosi bene anche in qualifica e, soprattutto, in gara, con lo spagnolo che ha centrato il podio, mentre il “Dottore”, dopo diversi giri al comando, si è fermato in quarta posizione a breve distanza. Ogni previsione, dunque, è stata ribaltata in maniera netta. Un caso? O un ulteriore segnale di ripresa, dopo qualche guizzo intravisto anche ad Aragon?

Dalla prossima settimana scatterà il trittico Giappone-Australia-Malesia che ci permetterà di avere nuove conferme (o smentite) riguardo lo stato di forma della Yamaha, ma il fine settimana del Gran Premio di Thailandia è la classica boccata di ossigeno inaspettata che fa ben sperare la scuderia di Iwata. Laddove si temeva l’ennesima gara nelle retrovie e dove, viste temperature e caratteristiche dell’asfalto, si prospettava un’altra “Caporetto”, la moto giapponese ha risposto presente. La sensazione è che gli ultimi lavori svolti (con due vie completamente opposte intraprese dai piloti) stiano dando i primi riscontri e che, forse, il peggio sia ormai alle spalle.

Riuscire a vedere Rossi e Vinales nuovamente in lotta per, quantomeno, il podio, nelle prossime uscite sarebbe fondamentale per la casa giapponese, per poter tornare a lavorare con maggiore serenità, in vista di un 2019 che, fino a Buriram, si annunciava ancora immerso nei punti interrogativi. Le ultime quattro gare di questo anno saranno già le prime del futuro per la Yamaha. Rossi e Vinales incrociano le dita e, anche, gli appassionati della MotoGP, perché ritrovare questi due campioni competitivi non potrà che far aumentare uno spettacolo che, ultimamente, era racchiuso nel duello Ducati-Marquez.

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto Valerio Origo

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