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Ciclismo: un’Italia da sette in pagella. Elia Viviani e Vincenzo Nibali le stelle, molto male nelle corse a tappe

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Anche se mancano le ultime corse, con il Gree-Tour of Guangxi che andrà definitivamente a chiudere il calendario del World Tour, si può considerare chiusa la stagione 2018 del ciclismo internazionale. Andando a fare un bilancio sulla situazione del Bel Paese, un voto in un’ideale pagella non può che essere positivo, viste le tante vittorie arrivate durante l’annata. Ci sono state però alcune mancanze. Andiamo a scoprire il meglio e il peggio del ciclismo tricolore in questa stagione.

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Elia Viviani: la stella azzurra da gennaio a settembre. Ha cambiato squadra, passando alla Quick-Step Floors e, con un vero e proprio treno a disposizione, si è trasformato nel giro di pochi mesi nel miglior velocista al mondo. Il campione olimpico di Rio ha davvero dato una svolta alla propria carriera: anche nei percorsi misti e nei chilometraggi più lunghi ormai se la può giocare con chiunque. Diciotto vittorie, tutte di qualità davvero strepitosa: quattro tappe al Giro d’Italia, tre alla Vuelta di Spagna, il titolo nazionale e la Classica di Amburgo. L’anno prossimo si può puntare ancora più in alto: la Milano-Sanremo è l’obiettivo principale.

Vincenzo Nibali: nonostante tutto, rimane colui su cui deve appoggiarsi l’intero movimento. Il siciliano ha vissuto una delle annate più dure a livello fisico e psicologico, a causa della bruttissima caduta al Tour de France che ne ha compromesso tutto il finale di stagione. I picchi però ci sono stati, e di grandissima qualità. Indimenticabile il trionfo alla Milano-Sanremo, davvero a sorpresa, che lo ha fatto entrare ancor di più nella storia di questo sport. Poi sabato il tutto per tutto al Lombardia, con la consapevolezza di non essere al 100% e una seconda piazza che può comunque farlo sorridere.

Gianni Moscon: un talento sconfinato, del quale ancora non si conoscono i limiti. Ci sarà spazio per migliorare ancora, senza magari i vari intoppi che lo hanno condizionato in questi mesi (su tutti la squalifica al Tour de France). La quinta piazza al Mondiale vale quanto un podio, visto com’è arrivata. Può giocarsela in tutte le Monumento-.

Matteo Trentin: un lampo di luce nel maltempo di Glasgow. In una stagione falcidiata dai problemi fisici il trentino ha comunque trovato la giornata giusta al momento giusto per centrare un trionfo fantastico in maglia azzurra. Il titolo europeo vale tantissimo e lancia il corridore della Mitchelton-Scott in una nuova dimensione in vista del prossimo anno.

Alessandro De Marchi: crescita spaventosa per il Rosso di Buja che anno dopo anno continua a sfornare performance di livello. Vittoria di tappa alla Vuelta di Spagna e successo clamoroso al Giro dell’Emilia: un finale di stagione da ricordare per sempre. L’anno prossimo, con 33 primavere sulle spalle, può ancora puntare in grande.

Flop

Fabio Aru: è mancata la seconda punta nei grandi giri per l’Italia. Se Nibali non ha potuto giocarsi le proprie carte a causa della sfortuna, difficile capire cosa sia realmente accaduto al sardo, da quest’anno alla UAE Emirates. Mancati totalmente i risultati. Anno zero, da resettare al più presto.

Diego Ulissi: altro talento predestinato per il ciclismo tricolore che fatica a centrare risultati che gli competono. Una sola vittoria, al Giro di Svizzera, in questa stagione. Troppo poco.

Sacha Modolo: passano le stagioni e il velocista della EF Drapac fatica sempre di più a trovare il colpo di pedale giusto per emergere negli sprint. Tanta, troppa fatica al Giro d’Italia contro avversari sulla carta non imbattibili (tralasciando Viviani). Una sola vittoria ad inizio anno, bottino davvero troppo magro.





gianluca.bruno@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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