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Volley, Mondiali 2018: Italia sciolta come neve al sole, eliminati sul più bello. Lezioni da Polonia e Serbia, azzurri troppo lontani dai vertici

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Ci siamo sciolti come neve al sole, siamo crollati sul più bello, quando bisogna seriamente ruggire per volare in alto. L’Italia si è fermata di fronte ai primi veri ostacoli che si è trovata sul proprio cammino ai Mondiali 2018 di volley maschile: Serbia e Polonia ci hanno inflitto due pesantissime lezioni, ci hanno surclassato in ogni fondamentale, ci hanno annichilito con un gioco nettamente superiore rispetto al nostro, ci hanno stritolato nella loro morsa e non siamo mai riusciti a uscirne, palesando un’inferiorità tecnica davvero preoccupante.

La nostra Nazionale è stata letteralmente alla mercé degli avversari, presa a schiaffi in lungo e in largo, senza mai riuscire a ruggire: è brutto da dire ma oggettivamente abbiamo fatto da sparring partner ai Guerrieri Slavi e ai Campioni del Mondo, hanno fatto quello che hanno voluto del nostro sestetto come parlano chiaramente i parziali a tratti imbarazzanti (spiccano un 25-15 contro gli uomini di Grbic e il 25-14 contro i biancorossi che ci ha escluso matematicamente dalla competizione).

Non abbiamo potuto nulla quando l’asticella si è alzata, gli azzurri si sono quasi eclissati, non sono riusciti a tenere testa ai rivali né sotto il profilo tecnico né sotto quello mentale e caratteriale: al Pala Alpitour di Torino era iniziato il vero Mondiale e purtroppo è subito finito, le semifinali erano lontane anni luce per questa Italia che aveva sì incantato nelle prime due settimane della competizione durante le quali però aveva dovuto fare i conti con Belgio, Slovenia, Argentina, Finlandia, Giappone, Repubblica Dominicana cioè formazioni oggettivamente di seconda e terza fascia, lontane dall’elite internazionale come purtroppo lo è stata l’Italia.

Ivan Zaytsev e compagni ci hanno emozionato e scaldato il cuore, hanno generato una pallavolo-mania che ha scosso tutto il Paese come dimostrano i dati d’ascolto tv ma purtroppo ci siamo dovuti fermare sul più bello. Concludiamo al quinto posto (migliorando il tredicesimo di quattro anni fa, questo è importante per il ranking anche in ottica qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020) ma ci si aspettava qualcosa di più dai vicecampioni olimpici: Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena non sono riusciti a dare quel quid in più quando serviva, a Simone Giannelli è mancata la giusta esperienza, Filippo Lanza è stato il fantasma di se stesso per tutto il torneo, Massimo Colaci poco ha potuto, i centrali Simone Anzani e Daniele Mazzone sono stati la rivelazione di questo gruppo ma non potevano certo cambiare le nostre sorti.

Dall’argento a cinque cerchi l’Italia ha raccolto un ultimo posto in World League, un’eliminazione ai quarti di finale agli Europei, un quinto posto ai Mondiali e una mancata Final Six nella Nations League. Bisogna seriamente fare un esame di queste sconfitte anche perché il futuro non è roseo: mancano degli schiacciatori, abbiamo delle difficoltà importanti in alcuni reparti, a volte mancano anche continuità e personalità. Staremo a vedere quello che succederà ma intanto la notte è calata, l’Italia è eliminata dai suoi Mondiali.





Foto: Valerio Origo

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