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Volley femminile, Mondiali 2018: azzurre solide in tutti i reparti. Non solo potenza e se funziona la ricezione…

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L’aspetto fondamentale che serve per andare più avanti possibile in una manifestazione come il Mondiale è l’equilibrio fra i reparti e all’Italia questa caratteristica non manca di certo. E’ una squadra solida, completa, quella azzurra che si appresta ad affrontare la sfida iridata in Giappone. In attacco, al servizio e probabilmente anche a muro, la squadra azzurra offre garanzie che le permettono di pensare in grande. La differenza la possono fare difesa e ricezione, non sempre impeccabili nelle precedenti uscite stagionali ma in grado di far fare un ulteriore salto di qualità.

ALZATRICI. In regia la coppia marchiata 1996 e dunque giovanissima, composta da Ofelia Malinov e Carlotta Cambi paga dazio in termini di esperienza ma nell’ultima stagione ha fatto passi da gigante su altri ambiti, in particolare quello della precisione che fino a qualche tempo fa non era esattamente la specialità della casa, soprattutto su palla alta. Malinov ha disputato una grande seconda parte di Nations League e ha fatto molto bene, sia a livello di scelte che di precisione di alzata, anche a Montreux, conquistandosi il ruolo di titolare ma Carlotta Cambi è lì per mettere qualche dubbio a Mazzanti, che non esita a chiamarla in causa quando Malinov ha qualche calo di tensione.

CENTRALI. Cristina Chirichella, che affrontò da giovanissima il Mondiale casalingo quattro anni fa, ora è l’elemento di esperienza a fianco di un manipolo di giovanissime. La “meno giovane” è Anna Danesi, che dovrebbe partire titolare assieme a Chirichella: coppia ben assortita, solida sia a muro che in attacco e con qualche acuto pure al servizio. Le seconde linee sono invece le due ragazzine del gruppo, Sarah Fahr e Marina Lubian: la prima è neo-campionessa d’Europa Under 19 ed è stata l’ultima chiamata alla corte di Davide Mazzanti, la seconda è stata utilizzata con grande frequenza in Nations League ed è affidabile soprattutto a muro ma anche in attacco con palla colpita ad altezze stratosferiche.

SCHIACCIATRICI. Anche qui passa la linea verde anche se Caterina Bosetti è l’elemento insostituibile di questo reparto, con la sua capacità di essere efficace in ricezione e anche in attacco, con una varietà di colpi da far impazzire muri e difese avversarie. La grande rivelazione dell’estate azzurra è Elena Pietrini, 18 anni compiuti da qualche mese, figlia di un ottimo giocatore di basket e una forza della natura. Una predestinata, vedendo il suo percorso a livello giovanile che sta bruciando le tappe e potrebbe essere una delle armi in più della Nazionale azzurra che può contare anche su Miriam Sylla che tenterà di strappare a Pietrini il posto da titolare (molto dipenderà dalle percentuali di ricezione delle due che in attacco si equivalgono) e sulla giovanissima Sylvia Nwakalor, anche lei sulla rampa di lancio.

OPPOSTE. La gioventù e l’esperienza: Paola Egonu è la star di questa Nazionale, dalle sue braccia passa buona parte della speranza dell’Italia di inserirsi nelle posizioni che contano della graduatoria finale. Potenza ma non solo per la ragazza di origine nigeriana, che dovrà fronteggiare l’offensiva nel ruolo dell’ultima rimasta della generazione che ha completato il suo percorso con la brutta avventura di Rio 2016, Serena Ortolani. Mamma, moglie, chioccia, quando necessita forza offensiva: la schiacciatrice romagnola può rivestire un ruolo fondamentale anche dal punto di vista psicologico in un gruppo dove c’è bisogno di una guida “spirituale” per le più giovani.

LIBERI. Non sempre impeccabile in ricezione, Moky De Gennaro compensa qualche piccola lacuna sulla battuta avversaria, specialmente in salto, evidenziata soprattutto in Nations League, con una mobilità incredibile e con la capacità di fare la differenza in difesa. Al momento, sulla carta, l’Italia può permettersi un libero con queste caratteristiche ma, servisse qualcosa in più in ricezione, c’è Beatrice Parrocchiale pronta a subentrare, altra giocatrice completa nei fondamentali di seconda linea.

 

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