Judo
Judo, Mondiali 2018: Italia, il passo indietro è consistente. Nessun azzurro ai quarti e in chiave Tokyo si fa dura
Italia a tinte cupe a Baku, dove si sono appena conclusi i Mondiali 2018 di judo. Nessun azzurro è riuscito a salire sul podio nella competizione iridata. Ma ancor più preoccupante è l’assenza di italiani dai quarti di finale di ogni categoria individuale, una vera e propria ecatombe in salsa azzurra che si è materializzata in Azerbaijan. A destare le maggiori preoccupazioni sono stati Fabio Basile e Odette Giuffrida.
Le due punte italiane dello scorso biennio, per motivi differenti, non costituiscono più una garanzia per la Nazionale italiana. Basile, in particolare, dopo il salto di categoria dai -66 kg, in cui è oro olimpico in carica, ai -73 kg, è l’ombra di sé stesso e fa fatica talora a passare persino il primo turno, come è accaduto a Baku, dove ad escluderlo dal torneo è stato il modesto portoghese Saraiva. E così, a soli 23 anni, sembra iniziata per lui la parabola discendente, mentre si apre la prospettiva del piccolo schermo, con la partecipazione al Grande Fratello Vip.
Non è da escludere che l’inizio del biennio olimpico possa riportare Basile sul binario giusto, ma intanto l’Italia ha bisogno di recuperare anche Odette Giuffrida, argento a Rio 2016 ma frenata da svariati problemi fisici che hanno condizionato i due anni post-olimpici. La forma fisica precaria, in particolare, ha impedito all’azzurra di presentarsi a Baku al top della forma. Ma intanto l’Italia attende di recuperare a pieno titolo un’atleta che due anni fa sembrava proiettata verso un decennio da protagonista nella categoria -52 kg.
E così, con Matteo Marconcini assente per infortunio, le due punte di diamante della pattuglia azzurra sono Matteo Medves e Antonio Esposito, non a caso gli unici ad essere saliti sul podio in occasione degli Europei 2018. Medves è stato eliminato al terzo turno della categoria -66 kg dal giapponese Abe, poi medaglia d’oro, al termine di un duello entusiasmante, mentre Esposito ha ceduto soltanto al golden score al terzo incontro dei -81 kg contro il tedesco Wieczerzak, campione mondiale nel 2017 e bronzo a Baku. Entrambi sono in rampa di lancio e hanno dato prova di poter competere ad armi pari con tutti, anche se occorre un ulteriore progresso per reggere la pressione nei momenti più delicati.
Ottima anche la prova di Nicholas Mungai, capace di ergersi fino agli ottavi della categoria -90 kg e di sfiorare l’accesso ai quarti contro il cubano Gonzalez, campione olimpico a Londra 2012. Ed è proprio Mungai la nota più lieta in chiave azzurra di una competizione contraddistinta dalle controprestazioni di diversi atleti da cui era lecito attendersi almeno un guizzo.
Edwige Gwend, penalizzata da un tabellone durissimo, si è ritrovata ancora una volta subito fuori nella categoria -63kg, confermandosi poco performante nei grandi appuntamenti. Francesca Milani (-48 kg) e Andrea Carlino (-60 kg) hanno approfittato dei Mondiali per farsi le ossa, ma sono usciti subito di scena. Carola Paissoni, infine, si è difesa con orgoglio nella categoria -70 kg, risultando l’unica italiana ad aver vinto un incontro a Baku. Ma in chiave Tokyo 2020 occorre un complessivo salto di qualità. E la prima occasione persa per accumulare punti per il pass olimpico rappresenta un campanello d’allarme da non trascurare per tornare sulla rotta giusta e approcciare il prossimo biennio con rinnovate ambizioni.
mauro.deriso@oasport.it
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Foto: IJF
