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Biathlon, il neo tecnico Andrea Zattoni: “Mi sono trovato bene fin da subito, gli atleti sono lavoratori instancabili”

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Andrea Zattoni è il volto nuovo dello staff tecnico del biathlon, inserito nell’organico a fine maggio in seguito alle elezioni avvenute all’interno della FISI. Classe 1987 con alle spalle una carriera da atleta nello sci di fondo, il fiemmese delle Fiamme Gialle a partire dalla stagione 2018/2019 accompagnerà Andreas Zingerle alla guida della nazionale “Elite”, composta dai quattro atleti più rappresentativi del movimento azzurro. OAsport ha avuto il piacere di intervistarlo e di fare il punto sui primi mesi della preparazione in vista della stagione agonistica.

Sei la novità principale nel rinnovamento dello staff tecnico azzurro, come è stato il primo approccio con la squadra elite di biathlon?

“Sicuramente per me essere stato inserito in questo nuovo gruppo di lavoro, oltre ad essere una nuova ed importante sfida lavorativa e personale, rappresenta un motivo di grande soddisfazione: non accade infatti tutti giorni di lavorare con degli atleti che hanno uno storico ed un potenziale simile. All’interno del gruppo mi sono trovato bene fin da subito: ho incontrato e conosciuto delle bravissime persone, prima che dei bravissimi tecnici, Fabrizio Curtaz e Andreas Zingerle, che mi hanno messo nelle migliori condizioni per fare il mio lavoro, benché io non provenga dal mondo del biathlon, e che giorno per giorno mi stanno insegnando molto per quanto riguarda appunto il binomio sci e tiro”.

Nelle passate stagioni hai potuto seguire, a fianco di Michela Ponza, anche i giovani atleti delle Fiamme Gialle che hanno ottenuto degli ottimi risultati a livello internazionale come Irene Lardschneider e Tommaso Giacomel.

“Diciamo che la mia carriera da tecnico sul campo, come ski man, all’interno del GS Fiamme Gialle è iniziata proprio con il biathlon: nel dicembre 2012 in Val Ridanna fui io il tecnico di riferimento per i materiali alla prima tappa del circuito di Coppa Italia. All’interno del nostro vivaio, ad oggi, abbiamo un bel gruppo di ragazzi, tra i quali, per citarne alcuni, vi sono proprio Irene e Tommaso. Cresciuti attraverso i circuiti nazionali, hanno saputo dimostrare il loro valore ottenendo degli importanti risultati in campo internazionale ai Campionati Europei e Mondiali di categoria, oltre che in Alpen Cup e Ibu Cup Junior. Speriamo che questi risultati possano essere per loro un ottimo trampolino di lancio verso i massimi circuiti”.

Andreas Zingerle è l’anello di congiunzione tra lo staff precedente e quello attuale e immagino che si concentri prettamente sul lato del tiro. Sicuramente essendo stato a sua volta atleta di grande livello e con grandissima esperienza può offrire degli spunti importanti per te e gli atleti.

“Ando (ndr Andreas Zingerle) per me rappresenta non solo un anello di congiunzione, ma un vero e proprio pilastro. È l’allenatore di biathlon a 360° con competenze che spaziano dallo sci, al tiro ai materiali, ecc e sicuramente la sua grande esperienza da atleta è utile per dare i consigli giusti, nei momenti giusti ai nostri ragazzi. Per quel che mi riguarda invece abbiamo intrapreso un percorso importante assieme, condiviso e curato nei dettagli per mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni per allenarsi ed approcciarsi alle competizioni”.

Come sono andati i primi ritiri estivi? Su che lavori si sono basati gli allenamenti? 

“Da inizio giugno ad oggi, abbiamo completato 4 stages di allenamento: Anterselva, Val Martello, Obertilliach e l’ultimo Ruhpolding. Durante i primi periodi di lavoro ci siamo concentrati principalmente sulla ripresa della confidenza e sui fondamentali dei tiro, esercitandoci molto al poligono (a secco) e contestualmente sviluppando un importante volume di attività aerobica. Successivamente, mentendo importanti volumi di lavoro, tiro ed allenamento atletico hanno iniziando ad unirsi sempre più e i lavori combinati (soprattutto con gli ski roll) hanno preso sempre maggior importanza”.

La grande differenza tra il biathlon e il fondo riguarda il tiro: se al poligono i meccanismi sono ormai automatizzati, la parte difficile è quella di gestire il battito, la frequenza cardiaca e la respirazione nel segmento finale che precede appunto il poligono. Su quali aspetti vi state concentrando in questo momento della preparazione?

“Per i nostri atleti è stato importante riprendere i fondamentali, ovvero mira, respirazione, scatto, coordinazione e posizione. In maniera graduale è stato affiancato al tiro l’allenamento atletico, andando a ricreare proprio la “prestazione di biathlon”. In questo periodo, ormai ad un mese dal primo appuntamento competitivo dell’anno (Campionati italiani, e successivamente austriaci, di biathlon estivo) stiamo effettuando delle esercitazioni “combinate” ad intensità che sempre più avvicinano a quelle che verranno poi sostenute dagli atleti in gara”.

L’obiettivo principale per questa stagione sono i Mondiali di Oestersund? Oppure aspirare a fare bene fin da subito in Coppa del Mondo con un occhio alla classifica generale e alla sfera di cristallo?

“Sicuramente questo è l’anno dei mondiali di Oestersund e cercheremo di arrivarci preparati nel migliore dei modi, tuttavia la volontà è quella di iniziare forte fin da subito, cercando di confermare, e perché no migliorare, quanto fatto nelle passate stagioni. Ricordiamo che, tra gli altri risultati, la nostra nazionale ha vinto la Coppa del mondo della staffetta mista, Lukas e Dorothea si sono piazzati quinti nella classifica generale, Lisa Vittozzi in sesta posizione e Dominik ha ottenuto due medaglie ai Giochi Olimpici”.

Sicuramente dei quattro atleti conosci da più tempo Dorothea Wierer, appartenente al Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. E’ l’atleta più rappresentativa della squadra azzurra e anche la più seguita, sia a livello di immagine e social, ma in allenamento e in gara si dimostra una professionista e una stakanovista. Come sta affrontando gli allenamenti in vista della prossima stagione?

“Se prima con Dorothea c’era un rapporto di sola amicizia, ora l’aspetto professionale e lavorativo rivestono il ruolo più importante. Il fatto che sia una ragazza solare e simpatica rende il lavoro più semplice e divertente. È un atleta che non lascia nulla al caso, che quando fa partire il cronometro o impugna il fucile di fronte ai bersagli diventa spietata. Lei, come gli altri del resto, è una professionista con la “P” maiuscola, che conosce bene i suoi obbiettivi e si impegna al massimo per raggiungerli, dimostrandosi in allenamento e in gara una vera leonessa!”.

Lisa Vittozzi è l’atleta più giovane del quartetto e si avvia al suo secondo quadriennio olimpico. La sua crescita, costante anno per anno, è passata sia dalla maturità mentale che da quella fisica, dove è emersa la sua abnegazione al lavoro e alla palestra. Atleta di grandissimo potenziale e avvenire, con ampi margini di miglioramento. Dove può ancora crescere dal tuo punto di vista?

“Lisa, ricordiamolo è classe 1995, quindi molto giovane per essere già ai massimi livelli di un mondo complesso come quello del biathlon, dove in un’atleta devono intrecciarsi molte peculiarità tecniche e condizionali. Ha avuto una crescita importante e continua, avvenuta attraverso le medaglie ai Campionati del Mondo Giovanili, all’esordio in Coppa del Mondo non ancora ventenne e alla stabilizzazione dei risultati nel massimo circuito ottenendo fino ad ora già 4 podi individuali e 9 a squadre, oltre ad una medaglia mondiale ed una olimpica.

È una ragazza che non ha paura di nulla, è felice quando si allena e fa fatica e al poligono è un’ottima tiratrice. Il giusto mix per diventare un’atleta fortissima. Nella prossima stagione la volontà è quella di confermare quanto fatto nella precedente stagione prendendosi qualche riscatto nei confronti dei numerosi quarti posti che non hanno avvalorato le sue prestazioni”.

I ragazzi sono stati le sorprese più grandi della passata stagione: Lukas Hofer, grazie alla sua esplosività, si è mantenuto ad altissimi livelli durante tutto l’arco della stagione ed è tornato ad essere uno degli atleti di punta del circuito. All’opposto Dominik Windisch, reduce da un’annata poco positiva in Coppa, ha trovato la zampata ai Giochi Olimpici con un bronzo storico nella sprint, facendo valere le proprie doti di atleta resistente e lavoratore instancabile. La loro mentalità poi immagino faccia la differenza, in che modo hai improntato la loro preparazione in vista della prossima stagione?

“Lukas con costanza ed impegno ha ottenuto un ottimo quinto posto nella classifica finale generale, ottenendo anche 2 podi nelle tappe finali di Oslo e Tyumen, a dimostrazione dell’ancor ottima condizione fisica. Dominik è riuscito a far fruttare tutto il lavoro svolto durante la stagione nella settimana più importante, ottenendo 2 medaglie di bronzo ai Giochi, oltre agli altri piazzamenti importanti in Coppa del Mondo. I due ragazzi, così come le ragazze, sono dei lavoratori instancabili. Questo è principalmente frutto della loro mentalità e delle loro caratteristiche fisiche, ma anche del lungo ed intenso percorso di crescita e di tutto il lavoro che hanno svolto negli anni precedenti.

Per quanto riguarda la preparazione, crediamo molto nel lavoro quindi i ragazzi saranno sottoposti a sforzi importanti nella fase di preparazione. Il primo picco di lavoro si concluderà a settembre con le prime gare sugli ski roll; successivamente, dopo un momento dedicato al recupero psico-fisico riprenderemo la preparazione con tre stages molto importanti: il primo a Ramsau (AUT), il secondo a Oberhof (GER) ed il terzo, poco prima della prima tappa di Pokljuka (SLO), a Sjusjoen (NOR)”.

 

nicolo.persico@oasport.it

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