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Ciclismo

Vincenzo Nibali: “Lunedì operazione delicata: devo tornare ad allenarmi in 7 giorni. Voglio i Mondiali, Vuelta importante”

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Vincenzo Nibali è intervenuto al telefono durante il Processo al Tour de France, trasmissione su Rai Tre che ha seguito la cronometro di Espelette. Lo Squalo aveva dovuto abbandonare la Grande Boucle dieci giorni fa a causa della caduta sull’Alpe d’Huez provocata da un tifoso esagitato. Il siciliano si è procurato purtroppo una frattura vertebrale e ora dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico per cercare di recuperare prontamente ed essere competitivo ai Mondiali di Innsbruck.

Il capitano della Bahrain Merida è sembrato un po’ triste per le sue condizioni attuali ma ha fiducia sull’operazione che si svolgerà lunedì: “Sto così così perché sono fermo a casa. Settimana prossima sarò sottoposto a questo intervento delicato che però dovrebbe aiutarmi a tornare a pedalare più rapidamente. I tempi sono veramente stretti per Vuelta e Mondiali: quello che è successo all’Alpe d’Huez è qualcosa di incredibile. Nella sfortuna sono anche stato fortunato perché la frattura è composta. I tempi per guarire senza intervento erano lunghi, dunque l’operazione mi aiuterà a ritornare rapidamente: già dopo una settimana potrò allenarmi“.

Vincenzo Nibali ha offerto anche qualche dettaglio sul suo cammino di avvicinamento al Mondiale: “Il percorso di Innsbruck richiede una programmazione particolare. Io sono fermo da quando sono caduto. Ieri la Technogym mi ha fatto avere una bicicletta a casa ma sono dovuto scendere subito. Spero che l’intervento mi aiuti a risolvere il problema a breve. In quel caso farò la Vuelta di Spagna per trovare la condizione verso il Mondiale“.

Il 33enne ha parlato anche di quanto successo sulle strade della Grande Boucle tra fumogeni, incidenti, cadute, proteste di contadini: “Al Tour è successo davvero di tutto, tutta questa concentrazione di episodi è incredibile e c’è stata una selezione non solo naturale ma dovuta a fattori extraciclistici. Gli atleti devono avere più attenzione e sicurezza, il Tour de France è un evento così grande. Un’organizzazione deve sapere quali sono le tappe più rischiose e metterle in sicurezza: a volte vediamo percorsi transennati dall’inizio alla fine, l’esempio dello Zoncolan è grandissimo poi ovviamente dipende anche dai tifosi. Il tifoso che ci vuole bene sa come seguirci, anche da lontano“.

 





(foto Pier Colombo)

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