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Ciclismo

Tour de France 2018, domani il Mur de Bretagne! Strappo tremendo, Valverde scalda i motori. Esame per Nibali e Froome

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Dopo la cronometro a squadre di lunedì, il Tour de France è atteso da un nuovo possibile punto di svolta in una prima settimana molto nervosa e in cui le insidie non sono mai mancate. L’arrivo sul Mur de Bretagne, dopo 181 chilometri dalla partenza di Brest, creerà diversi grattacapi agli uomini che puntano alla maglia gialla di Parigi e sicuramente ridisegnerà la classifica generale che aveva già subito degli scossoni importanti nei giorni scorsi. La ribattezzata Alpe d’Huez della Bretagna è ormai diventato un classico della Grande Boucle e ha sempre messo in difficoltà i corridori: si tratta di uno strappo micidiale, due chilometri al 6,9% di pendenza media (tra l’altro domani andrà ripetuta per due volte), l’ideale per chi ha potenza nelle gambe e lo scatto repentino. Alejandro Valverde e Julian Alaphilippe sembrano essere i grandi favoriti della vigilia visto che questa ascesa può essere paragonata al Muro di Huy dove si conclude la Freccia Vallone, dove il francese ha vinto pochi mesi fa e dove lo spagnolo ha costruito parte della sua gloriosa carriera.

Il Mur de Bretagne potrebbe invece creare dei problemi agli altri uomini di classifica e sicuramente assisteremo a dei distacchi tra i favoriti per il trionfo sui Campi Elisi. Vincenzo Nibali è chiamato a un’importante prova del nove dopo che oggi è parso molto pimpante nell’ultimo chilometro. Lo Squalo ha sempre sofferto su questa tipologia di muri ma questa volta vuole limitare i danni nei confronti di Chris Froome, più adatto a questo tipo di arrivi: il capitano del Team Sky potrebbe guadagnare qualcosina mentre resta da valutare Richie Porte. Nairo Quintana è molto attardato e deve rialzare la testa se vuole seriamente lottare per il simbolo del primato, attenzione a Tom Dumoulin che al momento è il migliore tra gli uomini di classifica e che su queste ascese è in grado di farsi apprezzare. Un altro spartiacque è alle porte prime di due giorni relativamente tranquilli che precedono la tappa di Roubaix con i temutissimi 22 chilometri sul pavé.

 





(foto Valerio Origo)

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