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MotoGP, Mondiale 2018: Valentino Rossi va oltre i limiti della Yamaha. Ma Marc Marquez sembra imprendibile

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A fine gara, per l’ennesima volta, è arrivato puntuale il grido d’aiuto di Valentino Rossi. “La moto si guida bene, ma ci serve di più in accelerazione. Io e Maverick stiamo facendo un grande lavoro. Però dal Giappone devono darci una mano…“. Parole dette col sorriso, come sempre, ma non per questo non amare. Quello del Sachsenring è stato il quinto podio in nove gare per Rossi, bottino ottimo ma non soddisfacente per un pilota e una moto che devono lottare per il titolo. Perché nel secondo posto di ieri, miglior risultato della sua stagione, c’è tanto del Dottore.

Rossi, come già successo tante volte quest’anno, è riuscito a portare la sua Yamaha oltre i suoi limiti. La pista tedesca non era certo ideale per le caratteristiche della M1, ma Valentino è stato come al solito perfetto, quasi maniacale, come quando ha ammesso di essere andato a rivedere la gara dell’anno scorso, quando l’unico pilota realmente competitivo con la Yamaha era stato Jonas Folger. La conduzione di gara, poi, è stata priva di sbavature, come il lavoro durante tutto il weekend, complicato per via dell’incognita gomme. Ma in gara conta qualcosa in più, quello step rappresentato dal talento del pilota.

La base della Yamaha è buona, perché nelle ultime settimane sono cresciuti anche i risultati di Maverick Viñales, anche ieri convincente, sebbene con una gara dall’andamento diverso. La moto c’è, risponde: manca solo l’aiuto degli ingegneri della casa madre. Il problema dell’accelerazione non si risolve in poco tempo, ma adesso, quanto meno, ci sarà la pausa estiva per riflettere e magari trovare quello step evolutivo che possa permettere ai due piloti di essere ancora più competitivi.

La crescita della M1, infatti, pone un interrogativo legittimo: senza questo gap in accelerazione, Rossi (e di conseguenza Viñales) riuscirebbe a lottare per il titolo con Marquez? Valentino ieri ha sviato la domanda, dicendo di volersi concentrare solo sul suo lavoro e sulle sue gare. Diplomazia, ma neanche tanto, perché la gara del Sachsenring è stata l’ennesima dimostrazione della superiorità di Marc Marquez.

La Honda quest’anno sembra perfetta ed è la moto che, grazie anche alle capacità del pilota, stressa le gomme meno di tutti. Proprio nella temuta seconda fase di gara del GP di Germania, infatti, mentre tutti erano guardinghi, timorosi del drop degli pneumatici, lo spagnolo è andato in fuga, allungando e permettendosi di controllare il gap creato. Senza apparenti problemi e lasciando la sensazione di non spingere fino in fondo. A quell’interrogativo di cui sopra aggiungetene pure un altro: basterà colmare il deficit di accelerazione per raggiungere Marquez e la Honda?

 





 

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alessandro.tarallo@osport.it

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Foto: Valerio Origo

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