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F1, GP Ungheria 2018: analisi delle qualifiche. La pioggia è il punto debole della Ferrari. Ma in gara può cambiare tutto

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Le qualifiche del Gran Premio di Ungheria, ancora una volta emozionanti e sul filo del rasoio, hanno confermato un aspetto: potremmo essere già ora nel momento decisivo della stagione. Per quale motivo, dato che mancano ancora tantissime gare? È presto detto, Lewis Hamilton sta ottenendo il massimo in una fase nella quale la sua vettura non è la migliore del lotto e sta minando le certezze di Sebastian Vettel e Ferrari. Anche in questo fine settimana dell’Hungaroring, infatti, la sua Mercedes era tutt’altro che perfetta. Anzi, nei tre turni di prove libere, le uscite di pista, o i testa-coda erano stati numerosi. Tutto è cambiato a pochi minuti dal via delle qualifiche. Giove Pluvio ha iniziato a far cadere sulla pista magiara tanta pioggia, ed il vantaggio (ampio) della Ferrari, è svanito in pochi istanti. La W09 di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas si sposa nel migliore dei modi sia con le gomme più dure che con le temperature più fresche, esattamente l’opposto di quello che tutti si attendevano oggi per la caccia alla pole position. Un mix che ha esaltato le due Frecce d’argento, che hanno potuto superare i tempi delle due Rosse, e che ha anestetizzato le vetture rivali.

Ferrari in primis. Come a Hockenheim, infatti, le SF71H hanno perso larga parte del loro smalto quanto l’asfalto è divenuto viscido. Nella Q3, poi, il distacco accumulato ha valicato il mezzo secondo, davvero una sorpresa rispetto a quanto visto sull’asciutto. Senza l’intervento della pioggia, infatti, la scuderia di Maranello, come l’anno scorso, avrebbe probabilmente monopolizzato la prima fila, con un Sebastian Vettel che appariva imbattibile. il cambio di meteo, invece, ha ribaltato tutto, ed ora la gara, ed il Mondiale, si complicano. La monoposto, a quanto pare, non ama le condizioni di pioggia e temperature fresche, al confronto dei rivali che, invece, volano.

Il Cavallino Rampante, infatti, sperava in una gara di testa, nella quale poteva gestire gomme, temperature e situazioni. Ora, invece, tutto è differente. Servirà una corsa all’attacco, sin dalla partenza, con rischi annessi e connessi. Se, infatti, in curva 1 prenderanno il comando le due Mercedes, il Gran Premio si farebbe pesantemente in salita. Un’altra vittoria di Lewis Hamilton, su un tracciato nel quale poteva, oggettivamente, sperare al massimo in un podio, sarebbe un altro durissimo pugno da ko nei confronti di Sebastian Vettel. Il tedesco, oggi, è mancato nel momento giusto della Q3, non certo per colpe sue, ma ora ha tutte le pressioni sulle spalle. Se non fosse sopraggiunta la pioggia nelle ultime due settimane, avrebbe potuto gustarsi un margine significativo in classica nei confronti del suo rivale principale. Invece ora rischia che sia proprio quest’ultimo a scappare. Domani tutto si potrà rimettere in gioco, dopotutto la Ferrari ha a disposizione un passo gara importante, e il caldo potrebbe darle una mano.

Chi, invece, oggi ha deluso è stata sicuramente la Red Bull. La scuderia di Milton Keynes sembrava dover fare un sol boccone degli avversari a Budapest, ma si lecca le ferite, con Max Verstappen settimo e Daniel Ricciardo addirittura eliminato nel Q2, e dodicesimo. Un sabato davvero pessimo, ad ogni livello.

 

 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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