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Calcio, Mondiali 2018: Francia sul tetto del mondo all’italiana? Il talento al servizio della squadra

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La Francia sul tetto del mondo. La rassegna iridata del calcio in Russia è andata in archivio e sono stati Les Blues a scrivere il proprio nome. Per la seconda volta nella loro storia, a distanza di venti anni dal trionfo casalingo di Zinedine Zidane e soci, i francesi possono esultare ed è uno che c’era in quel 1998 il trait dunion. Parliamo di Didier Deschamps, tra i pochi eletti ad aver vinto la Coppa sia da giocatore e sia da allenatore.

Era tra le squadre favorite questa selezione composta da calciatori fenomenali in ogni reparto che, dopo aver fatto vedere grandi cose a livello giovanile, aveva voglia di mettere il proprio sigillo nell’occasione che contava maggiormente. E così è stato. Il 4-2 contro la Croazia è stato l’atto finale di una cavalcata caratterizzata da sei vittorie ed un solo pareggio, nell’inutile confronto contro la Danimarca nel proprio girone.

Un modo diverso di imporsi quello dei transalpini che del calcio “Champagne” avevano fatto un vanto. Potremmo definirlo un successo all’italiana? Forse sì. Senza che nessuno, da sponda francese e italica, si senta offeso appare evidente come pragmatismo, capacità di soffrire e talento al servizio della squadra siano state le armi per conquistare il trionfo. Questa compagine non ha mai incantato dal punto di vista della manovra e per i primi 60′ del confronto con i croati ha subito le iniziative di Modric e compagni.

Tuttavia la grande concretezza e anche un pizzico di fortuna che non guasta hanno messo sui binari preferiti il confronto e i grandi calciatori di Deschamps hanno fatto il resto. Kylian Mbappé letale in fase realizzativa con le sue accelerazioni, Antoine Griezmann uomo ovunque e Paul Pogba baluardo del centrocampo sono i volti di questa Finale. La Francia si è imposta con le caratteristiche che in passato aveva tanto osteggiato? A quanto pare sì ma, a conti fatti, chi vince ha sempre ragione e, forse, anche in questo c’è un’evoluzione. La comprensione che il fine giustifica i mezzi e, anche se qualche esteta non sarà contento, la World Cup è tornata a Parigi.

 

 





 

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Foto: Marco Iacobucci EPP / Shutterstock.com

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