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MotoGP, GP Catalogna 2018: l’amara vittoria Ducati, Marc Marquez può sorridere e Valentino Rossi…

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Il settimo round del Mondiale 2018 di MotoGP è andato in archivio ed il secondo successo consecutivo di Jorge Lorenzo, in sella alla Ducati, ha un sapore decisamente particolare per entrambi.

Il maiorchino, trionfatore per la sesta volta sul circuito di Barcellona, ha messo in mostra una guida da maestro. La GP18 sembrava la Yamaha di un paio di stagioni fa tra la mani dell’asso iberico. Preciso in curva e deciso in frenata, Jorge non ha dato scampo agli avversari, piegando anche uno che tanto arrendevole non è, ovvero Marc Marquez.

Il successo limpido del n.99 ha però i connotati dell’amarezza di ciò che sarebbe potuto essere ed invece non è stato. Il rapporto tra la scuderia di Borgo Panigale e Lorenzo, come è noto, terminerà e il cinque volte iridato tenterà l’avventura in Honda, proprio al fianco di Marquez. La portata di questi trionfi è tale, però, che qualcuno si chieda se in Ducati abbiano fatto la scelta giusta, rinunciando ad un pilota di questo calibro e concedendolo alla concorrenza.

Il sorriso di ieri è pertanto un po’ tirato, tenendo conto anche della caduta di Andrea Dovizioso, il centauro su cui la squadra italiana ha puntato le sue fiches. Il terzo “zero” in quattro gare non è un dato molto positivo per il forlivese sia perché Marc scappa ed il gap sfiora i 50 punti (49 lunghezze di ritardo) e sia perché il compagno di squadra vince ed ora ha gli stessi punti nella classifica generale (66).

MM93, quindi, pur sconfitto nell’arrivo di tappa, può sorridere. Il rivale n.1 per il Mondiale ha perso ancora terreno e su un tracciato storicamente non così gradito ha messo fieno in cascina, utile pensando ad altri weekend in cui potrà recitare il ruolo del primo attore. L’errore del Mugello ha portato l’iberico a riflettere maggiormente, prendendosi meno rischi, e di sicuro anche le due cadute dei turni di libere hanno suggerito una condotta più conservativa.

In tutto questo Valentino Rossi porta a casa il terzo podio consecutivo. Autore di una gara regolare, senza picchi straordinari, il campione di Tavullia ha scelto di non andare oltre il limite, nel tentativo di inseguire chi ne aveva di più. Una corsa giudiziosa perché la M1 non è ancora competitiva come Ducati e Honda. Il “Dottore” ha fatto una volta di più la differenza ma le problematiche della moto di Iwata sono sempre le solite. Vero è che il secondo posto nella classifica generale, a 27 lunghezze da Marquez, dà una carica ulteriore ma non ci si può fare illusioni, vista la disparità tecnica descritta.

 





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