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Mondiali 2018: Marocco-Iran apre il gruppo B. A San Pietroburgo parte la corsa di Benatia; Iran senza Ezatolahi e scarpe della Nike

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Saranno le 17.00 di un venerdì 15 di giugno, in un pomeriggio che si preannuncia a temperature umane, a segnare l’esordio ai Mondiali 2018 di Marocco e Iran, nel primo incontro valevole per il Gruppo B. Il Marocco è alla sua quinta partecipazione ai Mondiali, così come l’Iran. La differenza sta negli anni di assenza: se l’Iran è al terzo appuntamento iridato nelle ultime 4 edizioni, il Marocco, che pure ha raggiunto gli ottavi nel 1986, mancava da vent’anni, da Francia ’98.

Entrambe le nazionali si sono qualificate con un certo agio ai Mondiali: il Marocco ha lasciato per strada un solo gol in otto match di qualificazione, contro la Guinea Equatoriale; l’Iran, invece, per arrivare in Russia ha affrontato 18 partite e due gironi, vinti entrambi senza perdere un solo incontro e subendo 5 reti.

Il Marocco, allenato dal francese Hervé Renard (uno che fa su e giù tra Francia e nazionali sparse per l’Africa), parte con i favori del pronostico in quest’incontro che può essere molto importante, visto che le due successive avversarie si chiamano Portogallo e Spagna. La rosa dei giocatori disponibili in questi Mondiali comprende, oltre allo juventino Medhi Benatia, anche un certo numero di uomini di talento: c’è Younes Belhanda, in forza al Galatasaray, e c’è soprattutto Hakim Ziyech, il 25enne dell’Ajax che tanti occhi sta facendo girare anche in Italia, specie sulla sponda giallorossa di Roma, in vista della stagione ventura. Nelle ultime tre amichevoli precedenti il torneo iridato, il Marocco ha pareggiato 0-0 contro l’Ucraina e vinto contro Slovacchia (2-1) ed Estonia (3-1). Curiosità: dei 23 nazionali marocchini, gli unici due compagni di squadra sono El Ahmadi e Amrabat, entrambi del Feyenoord.

L’Iran è ormai il feudo di Carlos Queiroz, che ha lasciato da tempo i grandi club (Real Madrid e, da vice, Manchester United) per imbarcarsi in un’avventura che gli è valsa due qualificazioni mondiali. Per vincere, pur contro pronostico, il primo incontro mondiale da vent’anni a questa parte, l’Iran dovrà sopperire all’assenza di Saeid Ezatolahi, che è stato espulso nel penultimo incontro di qualificazione contro la Corea del Sud. Proprio nelle qualificazioni si sono messi in luce i due grandi protagonisti in termini di realizzazioni: Sardar Azmoun, del Rubin Kazan, e Mehdi Taremi, che dopo quattro prolifici anni al Persepolis (11 campionati iraniani, tra cui gli ultimi due) si è trasferito in Qatar, all’Al-Gharafa, il club di Wesley Sneijder fino al ritiro annunciato lo scorso marzo.

Dei molti casi controversi occorsi alla vigilia dei Mondiali, quello che riguarda l’Iran è a metà tra il curioso e il grottesco: in teoria la Nike fornisce le scarpe alla nazionale, in pratica non può fargliele avere, perché l’Iran, per legge USA, è sottoposto a sanzioni. Si è scoperto che i giocatori potevano essere messi sotto contratto dall’azienda di Beaverton nelle squadre di club, ma non con la maglia del proprio paese. Sia chiaro, i giocatori possono comunque indossare calzature Nike, ma devono chiederle a loro compagni di squadra o andarsele a comprare.

Arbitro dell’incontro è il signor Cüneyt Çakır (Turchia), che noi italiani conosciamo per esser stato il direttore di gara dell’andata del playoff tra Svezia e Italia. Assicuratore di professione, ha arbitrato numerose partite di semifinale di Champions League e diversi match alle Olimpiadi di Rio 2016; è alla sua prima esperienza mondiale. Assistenti sono i connazionali Bahattin Duran e Tarik Ongun; quarto uomo è il russo Sergei Karasev.

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Foto: cristiano barni / Shutterstock.com

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