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Ciclismo

Riccardo Riccò: “Ho pensato al suicidio. Chi vince si dopa, è sicuro! Torno nel 2024 e vinco una classica. Pantani? Inc… come me”

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Riccardo Riccò ha pubblicato la sua autobiografia Cuore di Cobra, confessioni di un ciclista pericoloso. Il libro ha già fatto discutere, il ciclista squalificato fino al 19 aprile 2024 per doping (12 anni di condanna) è sempre pungente nei confronti dei colleghi e di tutto il sistema. Ha più volte dichiarato che non si possono ottenere risultati senza l’utilizzo di sostanze proibite e ha ribadito la sua posizione in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano.

L’emiliano specifica subito che non è un ex ciclista: “Penso al 19 aprile 2024: quel giorno finirà la squalifica di 12 anni per doping. Mi farò trovare pronto, avrò quasi quarant’anni e l’intenzione è di essere ancora competitivo per vincere una grande classica“. Gli viene chiesto se chiunque abbia vinto nel ciclismo abbia anche assunto sostanze vietate e lui è lapidario: “Sì, certo. Nel modo più assoluto. Non si possono fare 200 chilometri al giorno per tre settimane tra sole, gelo, pioggia, vento e neve a pane e acqua. Poi in tempo per arrivare al traguardo entro le 17, massimo 17.30, in modo da rientrare nei tempi dei palinsesti televisivi.Il tutto, magari, anche con 4500 metri di dislivello…scollinando, chessò, quattro vette?“.

Scioccante una rivelazione del Cobra che ha pensato al suicidio: “La foto di mio figlio Alberto sul comodino mi ha trattenuto, mi ha salvato. E adesso vendo gelati a Tenerife. Ma ci rivediamo in sella il 19 aprile 2024. A pane e acqua“. Riccò conferma che, secondo lui, è tutta colpa del circo mediatico, sponsor e tv: “Il sistema costruito attorno a una grande corsa a tappe non lascia scampo, ma mica solo per vincere: spesso per arrivare fino in fondo è necessario ricorrere alla cura. Poi sono abbastanza sicuro sia così anche in altri sport. Ci saranno altre sostanze e i controlli saranno più blandi, ma 60 partite di calcio l’anno a livello professionistico io credo che non si possano fare senza aiuto“.

Il Cobra è stato molto criticato da alcuni colleghi del gruppo: “Paolo Bettini è stato Campione Olimpico e due volte Campione del Mondo. Ma non ha mai vinto corse a tappe. Può essere che abbia vinto le sue gare a pane e acqua, strano però non sappia come si vincono le corse a tappe. C’è ipocrisia. E altri casi, tipo Emanuele Sella che mi attaccò dopo la prima squalifica per poi essere squalificato a sua volta, ne fanno capire il livello del gruppo“. Nel libro ha anche scritto che “Pantani si è fatto inc…”: “Come è successo anche a me, si è fatto travolgere dall’ambiente e dall’affetto dei tifosi. Tutti si aspettavano le imprese dal Pirata. Non poteva non vincere. E forse ha esagerato, ha pensato che gliela avrebbero fatta passare liscia perché tutti volevano che vincesse. Gli avevano fatto credere di essere un dio“.

 





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