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Karate, la situazione degli azzurri verso Tokyo 2020. Michele Martina piacevole sorpresa, Luigi Busà e Sara Cardin gradite conferme

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Sprizza gioia da tutti i pori la pattuglia azzurra che ha fatto faville a Novi Sad (Serbia), dove sono andati in scena gli Europei 2018 di karate. Dieci medaglie (due ori, tre argenti e cinque bronzi) hanno impreziosito una spedizione davvero epica, che ha consolidato la presenza dell’Italia tra le Nazioni di maggior rilievo nel panorama continentale, ed anche mondiale, della disciplina.

Il biennio che ha appena avuto inizio proietterà gli atleti verso la prima partecipazione a Cinque Cerchi a Tokyo 2020, quando il karate entrerà a far parte ufficialmente del programma olimpico. E l’Italia ha tanti buoni motivi per gioire e per godersi una squadra che punta a qualificare a Tokyo un numero cospicuo di atleti nelle otto categorie in programma.

Michele Martina è la sorpresa più sfavillante degli Europei 2018 e il suo oro fantastico e un po’ rocambolesco nei -84 kg conferma la bontà della scelta di compiere il salto di categoria per evitare la concorrenza interna di Luigi Busà, dopo il titolo di campione europeo under21 un anno fa a Sofia. Martina oggi è un big della disciplina, ma la sua scalata verso la qualificazione olimpica dovrà passare attraverso una continuità di rendimento fondamentale per tenersi stretto un posto tra i migliori del ranking olimpico.

Ben diversa è la questione che coinvolge Luigi Busà, che non è riuscito a confermare l’oro di Kocaeli nei -75 kg, ma ha portato a casa un prezioso bronzo e a 30 anni sembra al top della maturità agonistica, forte al punto da rientrare a pieno titolo da dieci anni tra i principali favoriti per l’oro in tutte le gare. I -75 kg sono categoria olimpica e Busà non ha certamente intenzione di lasciarsi sfuggire un’occasione “d’oro”.

Stesso discorso per Sara Cardin, anche lei consapevole di poter gareggiare in una categoria (-55 kg) che rientra nel programma olimpico. Il bronzo di Novi Sad 2018 fa seguito all’argento di Kocaeli 2017 e all’oro di Montpellier 2016, quanto basta per sperare di restare a vertici della disciplina anche nel 2020, quando a 33 anni andrà a caccia di un alloro olimpico che renderebbe leggendario il suo già fenomenale palmarès.

Splende di luce propria anche Silvia Semeraro, che nella categoria -68 kg ha strappato la prima medaglia agli Europei. L’età è dalla sua parte, il talento pure. E nel ranking l’atleta pugliese già occupa i piani alti della graduatoria in una categoria che approderà alle Olimpiadi in forma “spuria” nella versione +61 kg.

Confida in un grande risultato anche Luca Maresca, tornato a brillare dopo un lungo infortunio e il salto di categoria nei -67 kg (categoria olimpica), in cui potrebbe gareggiare a Tokyo anche Angelo Crescenzo, argento nei -60 kg e straordinario agonista nei grandi appuntamenti, come conferma il bronzo di un anno fa a Kocaeli.

E cosa dire, infine, del kata? In questa specialità l’Italia è indietro soltanto rispetto alla Spagna e al Giappone, ma dispone di diverse punte di diamante per andare a Tokyo a giocarsi ottime chance da medaglia. Viviana Bottaro, argento a Novi Sad, è ormai avvezza al podio nelle grandi competizioni e potrebbe giocarsi la carta olimpica con l’emergente Terryana D’Onofrio. Tra gli uomini, invece, Mattia Busato sembra proiettato verso la qualificazione e da diversi anni è nell’élite mondiale del kata, un punto di riferimento costante per la disciplina in Italia.

Lo stato di salute del movimento italiano, dunque, è davvero notevole. E in chiave Tokyo ci sono tutti i presupposti per sognare in grande.

I CRITERI DI QUALIFICAZIONE DEL KARATE ALLE OLIMPIADI DI TOKYO 2020





mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Mattia Busato

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