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Ciclismo

Parigi-Roubaix 2018: Peter Sagan, semplicemente il più forte

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L’aveva provata dodici mesi fa. Fermato dalla sfortuna e dai problemi meccanici, Peter Sagan è finalmente riuscito a mettere la sua firma sulla Parigi-Roubaix. Un attacco di oltre 50 chilometri, portato alla perfezione, favorito quasi dalla paura degli avversari di esporsi al confronto diretto dell’inseguimento. Finalmente, un successo di peso al di fuori del Mondiale, due anni dopo il Giro delle Fiandre 2016, la sua prima affermazione nelle grandi corse di un giorno.

Quella odierna, di fatto, era l’ultima opportunità per Sagan di raddrizzare una primavera in cui si era esposto alle sconfitte e alle polemiche: ormai 28enne, il suo conto di vittorie nelle Monumento era fermo a una. Poco, per un talento così, anche se spesso e volentieri ha dovuto combattere contro tutti gli avversari quasi coalizzati contro di lui, per metterlo in difficoltà dal punto di vista tattico nelle fasi più calde delle gare.

Oggi Peto ha trovato probabilmente la vittoria più bella della sua carriera, abbandonando la tattica del Giro delle Fiandre di settimana scorsa e decidendo di attaccare molto lontano dal traguardo. Inizialmente ha tenuto sotto controllo la gara con Oss e Burgardt, autori di un’ottima prestazione fino a quando sono stati chiamati in causa. Nel momento in cui è partito, Sagan ha dimostrato la propria superiorità rispetto agli avversari guadagnando e difendendo un grande vantaggio nel finale, con una prova maiuscola. Il povero Silvan Dillier è entrato nella storia di Sagan: pur con una grande prova si è dovuto inchinare. E ora speriamo che per lo slovacco la strada sia in discesa per provare ad ottenere risultati ancora migliori e prendersi di forza il ruolo di miglior corridore del nuovo millennio. Il talento per riuscire c’è tutto e non è certo servita la vittoria di oggi per dimostrarlo. 





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Foto: Pier Colombo

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