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Freccia Vallone 2018: Julian Alaphilippe, è l’inizio di una dittatura?

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Il primo grande successo di Julian Alaphilippe: la Freccia Vallone 2018 ha finalmente consacrato il giovane francese, vincitore di una corsa più elettrizzante del previsto e dall’esito diverso da quanto era lecito aspettarsi, con il pokerissimo di Alejandro Valverde (consecutivo, nel computo totale ha già raggiunto le cinque vittorie) che sembrava solo una formalità. Alaphilippe, già secondo nel 2016, ha rotto le uova nel paniere del corridore spagnolo, che si è dovuto accontentare del secondo gradino del podio.

È immediata, ovviamente, l’idea del passaggio di consegne, con il giovane emergente che sconfigge l’esperto e ormai prossimo al ritiro proprio nel suo giardino di casa, quel Muro di Huy che nelle ultime stagioni aveva letteralmente dominato ad ogni passaggio, quasi con apparente facilità e una condotta di gara perfetta per far valere le proprie caratteristiche. Caratteristiche che oggi sono servite a poco: Alaphilippe è stato immarcabile nel finale, lanciando la sua volata ben più lontano dal traguardo di quanto fa in genere Valverde e chiudendo con un discreto margine sull’avversario diretto. Domenica, alla Liegi-Bastogne-Liegi, l’atleta della Quick-Step Floors partirà tra i grandi favoriti per conquistare anche la prima Monumento della carriera. 

Di certo, la sua vittoria non è arrivata a sorpresa. Come detto, già nel 2016 aveva chiuso al secondo posto in questa corsa, mentre lo scorso non aveva partecipato a causa di un infortunio subito a pochi giorni dal via delle Classiche delle Ardenne e che gli aveva fatto saltare tutta la fase centrale della stagione. Tornato alle gare, era riuscito ad evadere dal gruppo sull’ultima salita del Mondiale di Bergen assieme all’azzurro Gianni Moscon e aveva terminato secondo al Il Lombardia. Risultati che di fatto ne facevano intravedere un’esplosione ormai prossima: nei primi mesi del 2018 ha già ottenuto quattro vittorie, compresa finalmente anche una delle Classiche più importanti dell’intero calendario internazionale.

Considerando le doti e la giovane età, viene naturale attenderlo tra i grandissimi di queste corse almeno per 7-8 stagioni: la sensazione è che il successo odierno potrebbe il primo di una lunga serie. Per la gioia dei cugini francesi, che potrebbero finalmente aver ritrovato un autentico faro di un movimento che negli ultimi anni aveva faticato a crescere corridori con un potenziale impatto in campo internazionale paragonabile a quello di Alaphilippe. Al momento sembra il numero uno, pensando anche al ritiro di Valverde che potrebbe arrivare nel giro di un paio di stagioni, nelle Classiche delle Ardenne: si è aperta l’era di Alaphilippe? 





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Foto: © ASO/Gautier DEMOUVEAUX

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