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Formula 1

F1, Mondiale 2018: Ferrari e Mercedes, chi è davvero più veloce? Valori spesso ribaltati tra qualifica e gara

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Dopo quattro gare regna l’incertezza nel Mondiale F1, ancora non si è capito chi sia il più forte, non si è compreso chi sia davvero il più veloce e chi è in grado di fare la differenza. Lewis Hamilton ha quattro punti di vantaggio nella classifica piloti su Sebastian Vettel, la Ferrari ha quattro lunghezze di margine sulla Mercedes in quella costruttori. Chi è davvero il più veloce? Chi è in grado di controllare il campionato e di estendere il proprio dominio nell’arco dell’intera stagione? Risposte quantomai complesse dopo un avvio al cardiopalma in cui è successo di tutto.

I primi quattro Gran Premi, infatti, sono stati caratterizzati da colpi di scena e da particolari episodi che hanno rimescolato le carte in tavola e che hanno spostato degli equilibri che sembravano essersi creati prima del punto di rottura della domenica: dalla virtual safety car in Australia (vittoria di Vettel con sorpasso su Hamilton ai box) allo scontro tra le due Red Bull a Baku con seguente ingresso della safety car e foratura di Valtteri Bottas (successo di Hamilton) passando per l’incidente tra le Toro Rosso in Cina che ha lanciato Daniel Ricciardo verso il trionfo e ha costretto Vettel in ottava piazza a causa del contatto con Verstappen. Di gare lineari non se ne sono viste (parzialmente quella in Bahrain conquistata dal tedesco della Ferrari) e questo ha sicuramente snaturato i valori in campo.

Non c’è dubbio che la Ferrari abbia costruito un grandissima macchina, solida e altamente prestazionale, che ha sicuramente dei limiti ma che sta mettendo seriamente in difficoltà gli avversari. Soltanto la sfortuna ha frenato Seb tra Shanghai e Azerbaijan ma c’è un aspetto tecnico che va assolutamente evidenziato: il Cavallino Rampante ha conquistato tre pole position consecutive (non succedeva dal 2007 con Felipe Massa) ma soltanto una volta è riuscita a capitalizzarla al meglio. La sensazione è che le Rosse vadano fortissimo in qualifica (prima fila tutta Ferrari in Cina e in Bahrain, a Baku è mancata solo per l’errore di Raikkonen) perché riescono a sfruttare al meglio le gomme ultrasoft: il time attack era un tallone d’Achille della scuderia di Maranello che ora invece è solita scatenarsi il sabato mettendo in crisi le Mercedes.

Si fatica però sul passo gara soprattutto in determinate condizioni, specialmente quando si montano le gomme più dure: se con le supersoft non si evidenziano particolari criticità (ieri hanno funzionato perfettamente nella prima parte di gara), qualche problema emerge con le soft e con le medium dove le Frecce d’Argento sembrano avere qualche vantaggio. Sarà la chiave di volta del Mondiale? Ne sapremo di più in Spagna tra due settimane: a Barcellona si correrà con medie, soft e supersoft.

 





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