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Calcio femminile: il modello Juventus funziona ma serve il professionismo

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Quindici vittorie in altrettanti incontri, 45 gol fatti e 3 subiti. Sono questi i numeri impressionanti della Juventus nel campionato di calcio femminile di Serie A 2017-2018. La Vecchia Signora, da quest’anno ai nastri di partenza del torneo nazionale grazie all’acquisto del diritto sportivo del Cuneo Calcio femminile, continua la sua marcia trionfale senza incertezze dominando un campionato, ancora aperto solo grazie ad un Brescia semplicemente straordinario, distante tre lunghezze dalle bianconere.

Tuttavia, la squadra allestita dalla società torinese è di primo livello e sulla lunga distanza le chance per la conquista dello Scudetto sono molte. Identità collettiva e coesione sono le armi delle juventine che, pur soffrendo a volte, riescono a trovare le energie per superare le difficoltà e far loro il successo finale.

La presenza in squadra di leader tecniche e carismatiche come Sara Gama, Martina Rosucci ed Aurora Galli sta trascinando anche le altre e non è un caso che anche le più giovani stiano disputando un campionato di altissimo profilo. Viene in mente Benedetta Glionna, classe ’99, convocata in Nazionale A ed in evidenza nel torneo nostrano.

Una realtà che sta dando una mano considerevole proprio alla selezione azzurra. Bertolini, saggiamente, si sta poggiando molto sul blocco bianconero ed i risultati si vedono: la vetta della graduatoria del gruppo 6 delle qualificazioni ai Mondiali 2019 ed il 2° posto nella Cyprus Cup 2018 (miglior risultato di sempre della nostra squadra nella rassegna internazionale) non sono certo risultati casuali. Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica.

Di fatto, le nostre ragazze non sono ancora professioniste. Pur se in alcune realtà, come la Juve ad esempio, i regimi di allenamento sono paragonabili ai contesti professionistici, dal punto di vista formale e globale, la realtà italiana è ancora dilettantistica e questo, allo stato attuale delle cose, va a rappresentare il più grande ostacolo nello sviluppo del movimento delle donne. In Germania, Francia, ad esempio, questo passaggio è stato fatto da anni mentre in Italia, anche per le tante problematiche strutturali del sistema calcio, si fa ancora fatica.

Uno step, però, obbligato se si vogliono raggiungere traguardi ambiziosi. L’affiliazione tra club maschili e femminili è senza dubbio uno degli aspetti positivi e va dato merito alla Fiorentina di aver dato il via a questo “format” a cui si è adeguate la Juventus e, l’anno prossimo, l’Inter a quanto pare. Però ciò non basta per pensare che i nostri club o la nostra seleziona possano lottare con le altre compagini nel conseguimento di vittorie importanti. Una riforma, in questo senso, urge e di tempo ne è passato davvero troppo.





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: pagina facebook Juventus

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