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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Carolina Kostner chiude al quinto posto; a Milano l’ultimo atto della carriera

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Il cuore non basta. Non è riuscita la difficilissima rimonta per conquistare la medaglia di bronzo a Carolina Kostner, quinta classificata al termine della sua quarta Olimpiade, l’ultima della carriera. La pattinatrice altoatesina, nonostante un buon programma libero, l’ennesimo sopra i 210 punti (212.44), nulla ha potuto contro le dirette avversarie Kaetlyn Osmond (meritatamente sul gradino più basso del podio con il sontuoso punteggio di 231.02) e Satoko Miyahara, inaspettatamente in quarta posizione dopo un’Olimpiade pattinata al meglio delle condizioni senza aver avuto particolari problemi di rotazione dei salti, suo tallone d’Achille.

L’atleta delle Fiamme Azzurre è stata comunque autrice di una prestazione di alto livello. Dopo un meraviglioso triplo lutz, uno dei più belli atterrati in carriera, la pattinatrice a causa di uno step out sul triplo flip che non le ha consentito di attaccare il triplo toeloop in combinazione, ha di fatto compromesso la rincorsa per il terzo posto già dai primissimi secondi del programma. Nonostante l’errore, Carolina non si è demoralizzata eseguendo correttamente gli altri elementi, non guadagnando però un particolare grado di esecuzione sui salti per via di alcuni arrivi leggermente sbilanciati in avanti, come il triplo toeloop e il triplo salchow in combinazione con il doppio l’axel e l’euler; quest’ultimo salto inoltre è stato chiamato sottoruotato da un pannello tecnico non eccelso, colpevole di non aver punito l’entrata errata del triplo lutz di Evgenia Medvedeva al contrario di quanto fatto con la canadese Osmond, confermando il trend negativo già visto in occasione del Team Event.

Nonostante il podio mancato Carolina Kostner ha tenuto, per l’ultima volta in campo Olimpico, una bellissima lezione d’arte, dando l’ennesima dimostrazione dell’enorme differenza che intercorre tra due epoche di pattinaggio: il prossimo quadriennio passerà probabilmente alla storia in quanto vedremo anche in campo femminile atlete in grado di realizzare tripli axel e quadrupli, aspetto davvero impensabile quando l’atleta azzurra affrontava le prime sfide internazionali. Quello che preoccupa in chiave futura è il fatto di non avere più pattinatrici simbolo, esattamente come è stata Carolina Kostner in questi anni, così come Kim Yu Na o Irina Sluckaja in precedenza. Riflettiamoci un attimo: Evgenia Medvedeva, da oggi vice Campionessa Olimpica, fino a pochi mesi fa era considerata da tutti la fuoriclasse assoluta del pattinaggio femminile mondiale; le è bastato un piccolo infortunio per vedere la sua leadership spodestata da un’altra compagna di squadra, talentuosissima, la nuova Campionessa Olimpica Alina Zagitova; tuttavia sappiamo però che nel vivaio russo esistono già atlete giovanissime in grado di poter dare filo da torcere alla pattinatrice zarina, come per esempio Alena Kostornaia, classe 2003 e talento da vendere. La presenza di Carolina Kostner in questa Olimpiade è stata quindi una preziosa testimonianza di un pattinaggio che non esiste più o che in qualche modo ha fatto la sua epoca per lasciare spazio a qualcosa di diverso (bello o brutto che sia, dipende dalle opinioni personali), votato più al lato estremo della tecnica che al cosiddetto contenuto artistico (per usare un termine arcaico).

Il pubblico italiano intanto freme, non vede l’ora di abbracciare e celebrare la sua campionessa nel favoloso scenario del Mediolanum Forum di Assago, prossimo teatro dei Campionati Mondiali di Milano 2018, ultimo atto dell’opera sul ghiaccio della regina azzurra.

 

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Foto: Valerio Origo

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