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Biathlon, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: l’individuale sarà quasi una gara di tiro a segno… Le percentuali stagionali al poligono delle favorite

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Il biathlon a PyeongChang 2018 passa alle gare individuali. Con le condizioni estreme di freddo e vento presenti in Corea, la gara femminile di domani sarà praticamente un tiro a segno: la precisione diventerà ancor di più fattore e ridurre al minimo gli eventi diventa vitale, in una gara già di per sé molto delicata, in cui sbagliare vuol dire ricevere una penalità di un minuto.

Lo sa bene Laura Dahlmeier, vincitrice di entrambe le prove fin qui disputate e favorita anche per l’individuale. La tedesca è stata estremamente precisa al poligono, totalizzando un solo errore in sei serie, con una gestione perfetta del tempo e soprattutto dei fattori esterni. Un dato confermato anche dal suo rendimento in Coppa del Mondo, dove la teutonica spara con il 90%: considerando che sugli sci non ha nemmeno dovuto forzare fin qui, allora il suo status di favorita per l’oro aumenta considerevolmente.
La sua principale rivale sembra essere quell’Anastasiya Kuzmina dominatrice della prima parte di stagione. La slovacca è una delle più forti sugli sci ma non è perfetta al tiro (82% in stagione) e lo ha dimostrato anche nelle prime due gare, riuscendo a salire sul podio nell’individuale nonostante quattro errori (più tre nella sprint). Ha pagato le condizioni meteo, perché lei è una rapida nel range time e vistasi costretta a rallentare ha perso ritmo. Accanto a lei ci sarà anche la finlandese Kaisa Makarainen, desiderosa di riscatto dopo i risultati opachi delle prime due gare. Anche la finlandese corre forte sugli sci, ma deve aggiustare la mira: la leader di Coppa del Mondo ha l’84,2% in stagione ma a PyeongChang ha fin qui sbagliato ben nove volte (70%), troppe per poter competere con le migliori. Discorso simile per la bielorussa Darya Domracheva: dall’86,5% in stagione, è passata al 73,3% di sprint e inseguimento, su cui pesano i quattro errori nell’ultima serie della seconda gara.

Sono in tante, in ogni caso, a potersi giocare la vittoria. Un’altra bielorussa, Nadezhda Skardino, è quella che tira meglio in stagione (94%), candidandosi al ruolo di outsider in un format in cui in Coppa ha vinto nella gara inaugurale di Oestersund. Chi, poi, ha migliorato le percentuali stagionali è la francese Anais Bescond, seconda nell’inseguimento: dall’84,8%, la transalpina è salita ad un invidiabile 90% (27/30). Altra atleta da tenere in considerazione è la ceca Veronika Vitkova, che nel circuito iridato centra l’84,2% dei bersagli, mentre in Corea ne ha mancati solo quattro (86,6%): un errore di troppo nell’inseguimento le ha impedito di centrare il doppio podio. Tra le candidate alla vittoria, poi, la norvegese Marta Olsbu (84,1%, 83,3% alle Olimpiadi) e la francese Justine Braisaz (80,5% ma ben nove errori fin qui). Alla tedesca Denise Herrmann serve qualche errore in meno: ne ha trovati solo quattro nelle prime due gare, una novità per lei che spara con un pessimo 81,3% in stagione.

Capitolo a parte per le azzurre. Il poligono è stato il tallone d’Achille di Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi fin qui. La prima spara con l’87,5% ma nelle prime due gare ha mancato sette bersagli. Troppi per ambire al podio, per quanto la metà siano arrivati quando i giochi erano già chiusi nell’inseguimento, con conseguente e comprensibile perdita di fiducia. Situazione simile per Vittozzi: il suo 87,7% in stagione (particolarmente precisa soprattutto in piedi) le servirà come il pane domani, per aggiustare il 25/30 accumulato fin qui. Lo zero sembra davvero complicato ma ridurre gli errori di quel tanto che basta è possibile per entrambe.

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: FISI – Serge Schwan

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