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Tennis, a 36 anni Roger Federer saprà ancora dimostrare che l’età è solo un numero dinanzi alla classe?

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Alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato dodici mesi fa. Il 2016 si chiudeva con tante incognite sullo stato di forma e addirittura sul prosieguo della carriera di Roger Federer. Il campione svizzero aveva chiuso un anno da dimenticare, cominciato con l’infortunio al menisco e proseguito, dopo il recupero-lampo, con i soliti problemi alla schiena. Apparizioni sporadiche, sconfitte e nessun titolo vinto, fino alla decisione di porre fine in anticipo alla stagione, saltando le Olimpiadi di Rio e perdendo la grande occasione di conquistare l’oro in singolare, unico alloro che manca alla sconfinata bacheca del Re.

Un anno dopo siamo qui a chiederci se Federer sarà in grado di ripetere un 2017 straordinario. Lo svizzero è tornato in maniera prepotente, più forte che mai, mostrando tutta la sua immensa classe. Un dominio assoluto nella prima parte di anno, coronata dall’Australian Open (primo Slam vinto dal 2012) e dalla doppietta Indian Wells-Miami. Poi, con grande intelligenza nella programmazione, Federer ha deciso di saltare la stagione sul rosso in vista di Wimbledon: scelta quanto mai azzeccata, che gli ha fruttato l’ottavo titolo ai Championships. E pazienza se le sconfitte a Montreal, New York e Londra gli hanno tolto dei titoli che sembravano già suoi: Roger si è ripreso finalmente il posto che gli spettava al top della classifica, alle spalle solo del suo eterno rivale Rafael Nadal.

L’età però avanza inesorabilmente. Sono 36 le primavere che Federer si porta dietro. Un’età in cui la maggior parte degli sportivi è nel pieno della parabola discendente, alla soglia del ritiro o già in pensione. Ma mentre molti suoi coetanei hanno alzato bandiera bianca, Roger, al contrario, ha dato una spinta in più alla sua carriera. Quanto durerà? Da lui è lecito aspettarsi di tutto ma non è dato saperlo e lo stesso svizzero non si è posto obiettivi a lungo termine, guardando al futuro passo dopo passo. “Le aspettative su di me saranno più alte, questo è certo. Io cerco solo di non pensare che sia normale ripetere il 2017. Proverò a giocare al mio meglio e fare il massimo. La preparazione è andata bene, vediamo cosa accadrà“. Parole di un uomo saggio prima che un campione. Federer si è dimostrato un fenomeno anche nel saper programmare e sapersi gestire, decidendo di fare un passo indietro, anche rinunciando a qualche vittoria in più, nel tentativo di prolungare la sua carriera e farlo nel miglior modo possibile. Vincendo e non trascinandosi in campo.

Una seconda giovinezza dal punto di vista tecnico prima che mentale. Roger ha avuto la grande sagacia di modificare il suo gioco nel corso degli anni e di adattarlo all’inevitabile calo fisico che l’età comporta. Scambi ridotti, gioco veloce e la ricerca – a volte anche esasperata – del vincente, sempre e comunque. Soprattutto, Federer non è mai stato efficace con il rovescio come nel 2017. È stata proprio questa l’arma segreta che gli ha permesso di tornare a battere Rafael Nadal e di regalare agli amanti del tennis e dello sport in generale l’ennesimo capitolo di una rivalità straordinaria, forse la più bella di tutti, nella finale di Melbourne. Un cambio di attitudine nel gioco quanto mai voluto, cercato e necessario: l’ennesima dimostrazione del suo essere campione non solo in campo, ma anche fuori, rispettando e coltivando l’infinito talento che la Natura gli ha regalato.

Alla vigilia della nuova stagione lo svizzero sembra pronto a proseguire ancora una volta, con lo spirito di un giovanotto. Un giovanotto che a 36 anni vuole continuare a stupire, divertirsi, e soprattutto vincere. Un ragazzo di 36 anni che continuerà ad inebriarci con la sua magia e la sua immensa classe.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: profilo Twitter Wimbledon

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