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Sci Alpino

Sci alpino, il mito della Streif. Se vincere a Kitzbuehel (per molti) vale più di un Mondiale o un’Olimpiade

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Venerdì prende il via il weekend di gare a Kitzbuehel, in Austria, che avrà il suo momento clou nella discesa di sabato sulla mitica Streif, “la” pista di discesa per eccellenza. Già, perché non si tratta solo una delle piste più difficili da affrontare al mondo, ma anche una delle più pericolose, con tanti professionisti che non nascondono la paura nell’affrontare le curve della classica di Kitz.

Tutti gli elementi di una discesa classica si trovano sulla Streif: sponde pungenti che con l’alta velocità portano a salti mozzafiato, pendii ripidi, percorsi pendenti, tragitti schuss; curve, percorsi di scorrimento; innumerevoli spettacolari ondulazioni del terreno, persino brevi tratti in salita come prima del salto Seidlalm”. Questo è quanto si legge sul sito di Kitzbuehel, in merito alla descrizione del tracciato.

Si parte a 1665 metri di altezza e si arriva a 803: il via è subito per cuori forti, perché dopo poche curve si arriva al Mausefalle, la cosiddetta “trappola per topi”, un pendio ripidissimo dove la pendenza arriva all’85%. Da lì in poi, si alternano curve e tratti scorrevoli, intervallati da diversi salti di altissima difficoltà, prima di quello finale che immette al traguardo e che ha regalato, in passato, momenti memorabili come la spaccata di Ghedina o terribili infortuni stronca-carriera, come quello accorso a Daniel Albrecht nel 2009.

È forse la grande difficoltà della pista a renderla così affascinante agli occhi degli atleti e degli appassionati, tanto che per alcuni vincere qui ha un peso maggiore rispetto ad un oro olimpico o mondiale. A far la differenza, a Kitzbuehel, sono anche la cornice e l’atmosfera. 30000 persone ogni anno accorrono al traguardo, un numero davvero spropositato, e addirittura nel 2014 è uscito un film documentario sulla storia della pista. Chi vince a Kitzbuehel, automaticamente, diventa un eroe: in palio, oltre al montepremi più alto dell’intero circuito di Coppa del Mondo e alla possibilità di avere una cabina dell’impianto di risalita con il proprio nome, c’è la consapevolezza di essere stato il migliore in una pista in cui bisogna essere davvero perfetti, sia per vincere la gara, sia per vincere la paura.

 

andrea.voria@oasport.it





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