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Rugby, sarà il Sei Nazioni della svolta per l’Italia? Un salto di qualità atteso da troppi anni…

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“L’emozione è sempre tanta. Abbiamo un gruppo giovane con età media inferiore ai 26 anni: un dato molto importante per il futuro del rugby italiano che aumenta in modo sano la competitività e la possibilità di scegliere i giocatori da convocare in Nazionale. La presenza di senatori come Parisse è di aiuto per tutti i nuovi giocatori che per si affacciano al rugby internazionale con la maglia azzurra”. Queste le parole di Conor O’Shea all’antivigilia dell’esordio della nazionale italiana nel Sei Nazioni. Sarà la seconda volta nel torneo internazionale di rugby a 15 dell’Emisfero Nord alla guida della squadra azzurra per il ct irlandese.

Iniziata la terza stagione sulla panchina tricolore di questo nuovo staff, ci si attende il definitivo salto di qualità, atteso ormai da anni. Non possono bastare infatti i (rari) successi nei Test Match (da sottolineare quello di due anni fa, storico, con il Sudafrica): il Cucchiaio di Legno, o Whitewash, nello scorso Sei Nazioni non ha convinto. A tratti però le prestazioni degli azzurri sono state davvero convincenti: indimenticabile è il primo tempo a Twickenham con l’Inghilterra, poi campione del torneo, con uno stadio intero che è rimasto zittito dopo le splendide difese degli azzurri.

La convinzione, comunque, negli azzurri a pochi giorni dal debutto in casa all’Olimpico con l’Inghilterra c’è: “Vogliamo arrivare al settantacinquesimo con il risultato aperto. E giocarcela sempre. Difenderci e mantenere il possesso non basta più. E’ il momento di attaccare. Ci stiamo lavorando” le parole di capitan Parisse alla Gazzetta dello Sport.

Proprio da qui deve partire la squadra azzurra: iniziare ad attaccare, creando il gioco e non limitandosi a fare lunghe fasi che spesso e volentieri vengono bloccate sul più bello (con le energie che vanno ad esaurirsi). Magari bisogna provare ad azzardare un passaggio più rischioso, come abbiamo visto durante la stagione da parte di Zebre e Benetton Treviso, le due franchigie italiane che si sono ben comportate nel Pro 14. Ottimista il ct: “Abbiamo fatto decisivi passi in avanti. Ora abbiamo le fondamenta giuste: possesso, disciplina, difesa e tenuta fisica per 80 minuti sono all’altezza delle nostre avversarie. E’ il momento di prendere dei rischi per finalizzare il nostro gioco”. 





 

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Foto: Lorenzo Di Cola

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