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Basket, Gianni Petrucci: “Dobbiamo tutelare gli italiani. Lo spot della Lega? Una st….ta”

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Il tema sull’eccessivo numero di stranieri nel campionato italiano di basket è sempre molto dibattuto ed il confronto tra il presidente della Fip Gianni Petrucci e la Lega rappresentante i club sempre molto acceso. Intervistato da Repubblica, n.1 della pallacanestro italiana ha precisato la sua posizione a riguardo e quali dovrebbero essere i correttivi da apportare nel sistema italico del palla a spicchi.

Premessa. Noi e la Lega non siamo sullo stesso piano. Per legge dello Stato le regole le detta la Federazione. Noi non possiamo esagerare nel protezionismo perché le leggi europee non ce lo consentono. Ma abbiamo il diritto-dovere di tutelare il patrimonio degli atleti italiani, è un nostro compito istitutivo. La Lega può proporre, suggerire. Vorrebbe un numero illimitato di stranieri. Oggi sono sette. La soluzione che abbiamo individuato è 6 più 6. Poi se in Eurolega ne vogliono avere 12, fatti loro. Comunque quando si sostiene che in Lega sono tutti d’accordo non è vero. Non tutti la pensano come Milano”.

Relativamente ad un mero discorso economico, ovvero il costo superiore degli italiani rispetto agli stranieri, gravante sulle casse delle società, Petrucci ha chiarito: “Spesso gli stranieri vengono sostituiti in corsa e due di loro magari hanno il prezzo di un italiano. E non molti tra quelli che arrivano dall’estero sono dei fenomeni”.

La Lega di A ha recentemente pubblicato una pubblicità in cui dice “no” al tifo violento con lo slogan “Noi del basket siamo un altro sport”. Chiara l’allusione al calcio e su questo il massimo dirigente del basket tricolore non ha peli sulla lingua: “Una st….ta. Perchè non siamo diversi. Da presidente del Coni non mi sono, ad esempio, mai permesso di dire che uno sport è più dopato di altri. Noi siamo come gli altri e, come tutti, dobbiamo migliorare in tanti aspetti”.

Sul futuro del basket italiano, Petrucchi ha dichiarato: “Qualche risultato deve arrivare ed arriverà. Nell’attività giovanile siamo al secondo posto in Europa. L’Istat ci dice che nell’arco di tempo tra i 12 e 19 anni il basket è lo sport più praticato dopo il calcio e gli sport natatori. Poi ci si perde, manca il salto. Ho voluto Tanjevic proprio per cambiare mentalità perché è una persona illuminata con cui non si parla solo di schemi ma anche di letteratura, filosofia, politica. Deve incidere sulla crescita degli atleti e dare suggerimenti anche per la Nazionale. Non penso che la sua figura sia ingombrante per Sacchetti (allenatore della Nazionale). E’ una persona intelligente e comprende la sua utilità”.

 





 

giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

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Foto: Coni

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