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Pattinaggio Artistico

Pattinaggio artistico, Campionati Italiani Milano 2018: l’exploit di Matteo Rizzo e la lezione di Carolina Kostner

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Nella giornata di ieri, con il consueto galà di fine competizione, si sono spenti i riflettori dello Stadio Del Ghiaccio Agorà di Milano, teatro dei Campionati Italiani Assoluti 2018 di pattinaggio artistico. Nella massima categoria, nonostante alcuni risultati scontati, non sono mancate conferme e sorprese, in particolar modo nella specialità del singolo.

In campo maschile Matteo Rizzo, tesserato con la società soprtiva Icelab, ha conquistato il titolo di Campione d’Italia spezzando così la striscia positiva di Ivan Righini (secondo classificato), detentore del titolo per quattro stagioni consecutive. L’atleta allenato da Franca Bianconi e Valter Rizzo è stato protagonista di una bellissima sfida con il campione in carica, pattinando al meglio in entrambi i segmenti, allontanando nello short program il pattinatore italo-russo (autore di una prova senza particolari sbavature) di misura, grazie a un punto raccolto con il GOE (Grado di esecuzione) nel triplo axel (+2 da parte di 6 giudici su 7), un’ottima sequenza di passi livello 4 con +2 unanime, oltre che la corretta esecuzione della combinazione triplo flip/triplo toeloop e soprattutto il triplo lutz come elemento singolo.

Questi aspetti hanno consentito al pattinatore romano di piazzarsi al comando della gara con un vantaggio di quasi tre punti rispetto a Righini: nonostante quest’ultimo abbia eseguito correttamente tutti gli elementi previsti, realizzando tra gli altri l’importante combinazione triplo lutz/triplo toeloop, ha tuttavia perso qualcosa rispetto a Rizzo in termini di GOE nel triplo axel, nella trottola abbassata cambio piede chiamata livello 3 dal pannello tecnico e nel triplo flip che, seppur atterrato correttamente, presenta un valore base inferiore rispetto al triplo lutz proposto dal neo Campione Italiano. Nelle componenti del programma, malgrado i pattinatori siano stati giudicati vicini, il vantaggio di Rizzo è stato di quasi un punto e mezzo (39.60 contro 38.25) con punteggi più elevati in tutte le voci. L’allungo è arrivato nel programma libero, dove l’atleta tesserato con la società sportiva Icelab ha snocciolato gli elementi previsti con ottima padronanza e sicurezza, senza eseguire particolari errori e ottenendo un GOE positivo (anche se non elevatissimo) da parte dei giudici.

La prova di Righini è stata invece compromessa già ad inizio programma, a causa dell’errore sul primo elemento, il triplo axel, eseguito sottoruotato e con caduta, lasciando così per strada i punti fondamentali per la rimonta. Vincendo il titolo nazionale, Matteo Rizzo ha ufficialmente staccato il biglietto per le Olimpiadi di Pyeongchang 2018; un vero segno del destino in quanto è stato proprio lui che fisicamente ha dato la possibilità alla nazionale italiana di poter partecipare alla gara olimpica individuale maschile, grazie al quarto posto ottenuto al Nebelhorn Trophy di Oberdstdorf, gara internazionale del circuito ISU Challenger Series. La partecipazione olimpica, meritatissima, è solo la ciliegina sulla torta dopo l’ottima prima parte della stagione appena conclusa, in cui Rizzo si è distinto gareggiando in entrambe le categorie Junior e Senior, conquistando il primo posto in occasione della tappa Junior Grand Prix disputata nella località di Egna (Bolzano), dove ha stabilito il suo primato personale nello short (77.24) e nel totale con 229.18, salvo poi superarsi poche settimane dopo nella Warsaw Cup, in cui ha ottenuto il suo primato attuale di 232.98. Rizzo farà così ufficialmente il suo esordio in un’Olimpiade insieme alla torinese Giada Russo, seconda classificata nella gara individuale femminile.

In occasione del singolo femminile, Carolina Kostner ha incantato il pubblico presente all’Agorà di Milano presentando una leggera variazione sul tema nel suo layout in entrambi i segmenti di gara: la pattinatrice altoatesina ha difatti cambiato in via sperimentale la combinazione del programma corto triplo toeloop/triplo toeloop (base value 8,60) sostituendola con triplo flip/triplo toeloop (base value 9,60). Con molta probabilità Carolina sta valutando la possibilità di inserire questa combinazione nelle prossime gare, guadagnando così un punto in più (escluso ovviamente il GOE) nel valore base del programma che, seppur non stravolgendo particolarmente gli equilibri, consentirebbe alla pattinatrice di rosicchiare punti preziosi nel punteggio tecnico, punto di forza di molte atlete dirette avversarie. Nel programma libero Kostner ha invece fatto esplodere lo stadio del Ghiaccio presentando dopo molto tempo il triplo lutz, salto fondamentale (in particolar modo in campo femminile) che negli anni ha sempre dato diversi problemi alla pattinatrice, tanto da escluderlo dai suoi programmi.

Ma non finisce qui: rispetto alle alle altre uscite stagionali l’azzurra ha realizzato la combinazione triplo loop/doppio toeloop al posto di triplo salchow/doppio toeloop. Proprio il salchow è il salto che in questo momento sta creando maggiori problemi alla pattinatrice; in occasione del Campionato Italiano Carolina, oltre cadere sul triplo salchow singolo (come già successo nell’NHK Trophy), esattamente come nelle Finali Grand Prix di Nagoya, ha realizzato solo doppio quello in combinazione con il doppio axel. Malgrado non sia un campanello d’allarme – e la volontà della pattinatrice di rieseguire davanti al suo pubblico il salto, proprio nel momento in cui il pannello e la giuria stavano lavorando sul suo punteggio potrebbe essere la dimostrazione della serenità con cui la pattinatrice sta affrontando il problema – atterrare il salchow nel programma libero è assolutamente necessario. Per come Carolina ha pianificato la sua strategia infatti, anche con l’inserimento di un eventuale triplo lutz, le sorti della gara passano dalla combinazione doppio axel/euler/triplo salchow eseguita nella seconda parte del programma; non atterrandola, Kostner rischierebbe di lasciare alle sue avversarie davvero tanti, troppi punti.

Tuttavia ciò che colpisce, come già abbiamo ripetuto, è il nuovo atteggiamento con cui Carolina si approccia alla performance: solare, mai imbronciata, tranquilla, con lo spessore e la maturità di una trentenne ma la felicità di una bambina, con la consapevolezza di avere già dato tanto ma di non essere ancora arrivata all’obiettivo prefissato. Meravigliosa e di grande insegnamento in questo senso, è stata la dichiarazione rilasciata dalla pattinatrice a fine gara davanti ai microfoni dei giornalisti presenti: “Ho una visione dentro di me, che non mi ha mai lasciato, di come a me piacerebbe pattinare e mi ci sto avvicinando, ed è bellissimo“. Chapeau.

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Immagine: Valerio Origo

 

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