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Ginnastica, il 2017 dell’Italia: tra infortuni e difficoltà, l’eterna Ferrari, l’esplosione di Mori e le basi per il futuro

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La stagione della ginnastica artistica si è ufficialmente conclusa con la disputa della Voronin Cup a Mosca, l’annata dell’Italia era già terminata da qualche settimana e gli occhi della nostra Nazionale sono già proiettati verso la prossima stagione che culminerà con gli Europei di Glasgow ad agosto e i Mondiali di Doha a fine ottobre (una calendarizzazione diversa dalla tradizione, con la rassegna continentale spostata rispetto alla primavera, che costringerà le atlete a rivedere la propria preparazione).

Il 2017 è stato un anno di passaggio per il nostro movimento. Dopo le Olimpiadi di Rio 2016, concluse purtroppo con la mancata qualificazione alla Finale a squadre (ma anche con il quarto posto di Vanessa Vanessa al corpo libero), l’Italia ha dovuto fare i conti proprio con le assenze delle veterane: Carlotta Ferlito ed Erika Fasana si sono viste poco o nulla in pedana, praticamente come Elisa Meneghini e Martina Rizzelli. Enrico Casella ha rilanciato nomi nuovi tra le seniores che sono riuscite a farsi valere (su tutte spicca Martina Maggio che si è ben comportata durante gli Europei, peccato per l’infortunio di Sofia Busato) e ha dato tanta fiducia a Lara Mori che è stata la nota più positiva di questa annata: la toscana è definitivamente esplosa tra le grandi, ha sfiorato la medaglia al corpo libero durante la rassegna continentale e ai Mondiali ha conquistato due Finali (all-around e al quadrato) confermando di meritarsi un body azzurro nelle grandi occasioni internazionali, reggendo bene la pressione e la responsabilità.

Il capitolo Vanessa Ferrari merita ampio spazio: una Leonessa indomita e scatenata, che non si arrende mai di fronte a una nulla, una ginnasta eterna dalla classe infinita che ancora una volta ha cercato di scrivere una pagina di storia. Dopo l’operazione dello scorso autunno, ha recuperato piano piano, è volata ai Mondiali con soltanto mezza gara nelle gambe, si è qualificata alla Finale al corpo libero dopo undici anni dalla sua apoteosi iridata e ha addirittura cercato di agguantare una medaglia d’oro che sarebbe stata leggendaria: purtroppo è arrivato un infortunio durante la gara, una nuova rottura del tendine d’Achille che ha costretto la bresciana a un ulteriore intervento chirurgico e a una nuova riabilitazione. Non molla, vuole tornare a tutti i costi, il mirino è puntato vero le Olimpiadi di Tokyo 2020.

L’Italia ha così iniziato a mettere le basi sul prossimo futuro, la classe 2003 continua a crescere e promette davvero bene. Le giovanissime sbarcheranno nell’universo seniores soltanto nel 2019, giusto in tempo per i Mondiali di Stoccarda che qualificheranno ai Giochi: bisognerà farsi trovare pronti per quell’occasione e il lavoro intrapreso sembra essere di grande qualità. Lo dimostrano le difficoltà tecniche esibite dalle ragazze, gli esercizi di assoluto spessore che già adesso ben figurerebbero nei massimi contesti internazionali. Il podio degli ultimi Assoluti era interamente juniores: abbiamo quattro ragazze abili su tutti gli attrezzi che possono togliersi delle soddisfazioni importanti nei prossimi anni. Elisa Iorio, le gemelle Asia e Alice D’Amato, Giorgia Villa sono i nostri talenti ma già nel 2018 diventerà senior Martina Basile, altra da tenere in considerazione.

Il tricolore è affidato ancora a Vanessa Ferrari (la aspettiamo presto) e a Lara Mori sperando che anche le altre veterane recuperino la miglior forma e tornino protagoniste, ma intanto guardiamo al futuro. Stesso discorso vale per il settore maschile dove Marco Lodadio ha sfiorato la qualificazione alla Finale degli anelli ai Mondiali e ha vinto anche una medaglia in Coppa del Mondo: il laziale sta crescendo molto e se continua su questa strada potrebbe togliersi delle belle soddisfazioni. Al momento è l’unica garanzia: la scelta di portare soltanto tre ginnasti ai Mondiali ha avuto i suoi pro e contro, vedremo se qualche nome riuscirà a dire la sua nel 2018. Intanto tra i giovanissimi si muove qualcosina ma l’uscita dal momento critico è davvero molto lenta e faticosa.

 





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