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Ciclismo, Elia Viviani: “Voglio raggiungere l’apice anche su strada. Quick-Step il meglio per me, ma non sono un ripiego di Kittel”

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Dopo un anno conclusosi con 9 vittorie, Elia Viviani è chiamato a fare meglio nel 2018. Il velocista veronese si è unito alla Quick-Step Floors, dove è chiamato a raccogliere la pesante eredità di Marcel Kittel. Il presidente della squadra crede fermamente in lui, al punto da dichiarare: “Se Kittel ha vinto 14 volte nel 2017 e Viviani 9, ora può succedere l’opposto. Io ci credo“. Un benvenuto che ha caricato di orgoglio l’azzurro, ma anche di pressione.Sono un incentivo per me, ha dichiarato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. “Il ragionamento non fa una piega. Ho 9 successi e 10 secondi posti: spero di trasformarne almeno 5 in vittorie con l’aiuto della Quick-Step. Ho raggiunto la maturazione fisica e mentale per aspirare a grandi risultati. Quelle parole hanno acceso una miccia in me: voglio essere un leader, non un ripiego di Kittel“.

Io e Kittel siamo diversi. Lui è il migliore al mondo, ha vinto tanto e bene nei grandi giri. Io nel 2017 ho cominciato a vincere nelle classiche. Forse potrei essere più completo. Spero di farlo con il team: la chiave sarà avere degli uomini fissi per il treno con cui creare il feeling giusto. Senza aiuto per le volate ti giochi la metà delle occasioni“. E la convivenza con Gaviria?Sarà facile. Siamo stati grandi rivali. Se penso alla sua tattica al Mondiale 2016 ancora mi arrabbio. Non faremo tante gare insieme. Avremo due gruppi diversi ma intercambiabili. Alla Quick-Step servono due grandi velocisti“. Alla Sanremo però saranno entrambi presenti.Preferisco essere in squadra con lui piuttosto che non esserci. Per me è come l’Olimpiade: va provata e corteggiata. Il sogno è avere una squadra tutta a disposizione ma non è un affare tra me e Gaviria. Alaphilippe l’ha già sfiorata e anche Gilbert vorrà vincerla“.

Viviani approda alla Quick-Step dopo l’avventura al Team Sky. “Per me è stato difficile lasciare. Non sono uno che cambia molto: al primo anno pensavo di rimanerci a vita. Si era creato un bel gruppo: al Romandia la volata me l’avevano tirata Froome e Moscon. Il problema è che dopo Rio gli obiettivi sono aumentati per me. È arrivata la Quick-Step che è il team migliore per uno come me; Sky è più adatto a corridori da grandi giri. Qui c’è una vera attitudine ad aiutare chi fa le volate: si è visto alla Vuelta con Trentin“. A proposito di Rio, cosa è cambiato da allora? “Sicuramente l’allenamento. È cambiato il gesto da allenare con frequenza. Anche il mio peso: l’anno scorso pesavo 4 chili in più“. Prossimi obiettivi? “Ho raggiunto l’apice in pista, ora voglio farlo in strada. Per me vuol dire vincere la Sanremo e il Fiandre. Poi voglio essere uno dei velocisti più forti dei grandi giri. Ho diversi obiettivi: sarò sazio solo quando li avrò centrati tutti“.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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