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MotoGP, Mondiale 2017: Marc Marquez cala uno strepitoso poker iridato in una stagione quasi perfetta

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Siamo nel bel mezzo della “Era Marquez”. C’è poco da girarci attorno quando un pilota vince quattro titoli iridati in MotoGP nei suoi primi cinque anni in categoria. Un poker quanto mai scintillante e meritato per il portacolori della Honda che ha concluso una stagione quasi perfetta, nella quale ha combattuto contro il miglior Andrea Dovizioso di sempre, avversario serio, tosto e leale, che è andato ad impreziosire il 2017 del catalano.

Perché diciamo stagione “quasi” perfetta? Perché nelle prime sei gare del calendario lo spagnolo ha faticato, sotto diversi punti di vista. In primo luogo non sentiva ancora completamente sua la Honda versione 2017. Settimana dopo settimana, e soprattutto dopo i test estivi di Misano, la scuderia giapponese ha cucito addosso al numero 93 la RC213V. Da quel momento in poi il suo campionato ha svoltato ed i risultati sono arrivati inesorabili. Se non ci fosse stato un Dovizioso strepitoso i conti sarebbero già stati chiusi da diverso tempo.

Marquez, invece, ha saputo dare il meglio anche in questo caso e portare a casa un titolo mondiale davvero importante. Forse il più bello dei suoi quattro, anche perché non aveva a disposizione un mezzo superiore agli altri (anzi spesso era la unica Honda nelle posizioni di vertice). Il primo anno fu una sorpresa vederlo sbarcare nella classe regina in una maniera così impattante. Il 2014 fu un dominio incontrastato con 10 vittorie iniziali consecutive, mentre nella passata stagione ha vinto più per demeriti altrui che bravura sua. Questo 2017, è stato differente. L’equilibrio regnava sovrano in MotoGP. Ogni gara, ogni tracciato, cambiavano le carte in tavola. Partendo da una centralina uguale per tutti le moto risultavano sempre vicinissime. Il resto lo facevano i dettagli (gomme, meteo, temperature, grip) ed i piloti.

Anche in questo caso le capacità di guida del pilota di Cervera hanno fatto la differenza. In un inizio stentato con due ritiri nelle sei gare (cadute rovinose in Argentina e Francia) era arrivato un quarto posto a Losail, un secondo posto a Jerez, un sesto al Mugello e la consueta vittoria ad Austin. Da giugno, in concomitanza con il GP di Assen, invece, tutto è cambiato. Nelle 12 gare successive Marquez è sceso dal podio solamente a Sepang ed a Silverstone per la rottura del motore. Cinque vittorie, tre secondi e due terzi posti, spiegano al meglio il ruolino di marcia inanellato dallo spagnolo e il ritmo che ha impresso al Mondiale.

Solamente Dovizioso ha risposto presente. Ha sfidato il campione del mondo faccia a faccia, e l’ha anche sconfitto. Battute d’arresto che non hanno minato la fiducia del suo rivale ma che, per assurdo, hanno fatto elevare il suo livello di competitività ad altezze addirittura maggiori. Marquez non ha mai mollato di un centimetro. Sempre a tutta nelle prove libere, in qualifica ed in gara. Ha totalizzato 27 cadute in tutta la stagione per cercare il limite e capire fino a dove poteva portare la sua Honda. Non sono diventate 28 solamente per una magia in curva 1 ieri durante la gara. Dopo l’attacco a Zarco ha rischiato una staccata furibonda e solo per un intervento divino non è finito rovinosamente nella ghiaia, mettendo a repentaglio un titolo che aveva già in tasca. Per il resto spesso è riuscito a trovare il limite, e quando non poteva combattere ad armi pari con il ducatista, ha saputo raggiungere la migliore posizione possibile, senza rischiare come faceva fino a qualche tempo fa.

Un segnale di maturità che spaventa gli avversari. Ci troviamo davanti ad un fuoriclasse che, simpatico o antipatico, sta segnando una era della MotoGP. Quattro titoli in cinque anni fanno paura, pensare che ha appena 24 anni è addirittura impressionante. Il portacolori della Honda sembra progettato per vincere e per non lasciare scampo a nessuno e, non ultimo, non ha la minima intenzione di fermarsi. Anche nelle difficoltà non affonda mai e riesce sempre ad emergere. I rivali lo devono tenere bene a mente sin da subito: il favorito per il 2018 sarà nuovamente Marc Marquez, perché uno soprannominato “Joker” non potrà che puntare al pokerissimo nella classe regina.

 

 





 

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alessandro.passanti@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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