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Ginnastica, Mondiali 2017 – Vanessa Ferrari, la guerriera che lotta con la sfortuna: tra infortuni e rinascite, carriera da Araba Fenice. Fallo ancora…

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La carriera di Vanessa Ferrari è finita sulla seconda diagonale della Finale al corpo libero dei Mondiali 2017 di ginnastica artistica? Ci auguriamo di no, solo in futuro sapremo le condizioni del suo tendine, eventuali tempi di recupero dall’infortunio e le possibili intenzioni di continuare verso Tokyo 2020 ma non è questo il momento di pensarci. Abbiamo vissuto un momento davvero drammatico a Montreal, la più grande ginnasta italiana di tutti i tempi ha osato il tutto per tutto per agguantare la medaglia e riscrivere la storia ancora una volta.

Si era operata al tendine d’Achille lo scorso autunno e dopo un anno ha tentato l’impossibile strappando un atto conclusivo insperato e addirittura provando a lottare per il podio. Una rinascita da vera Araba Fenice, figura a cui spesso si è collegata Vanessa che non ha mai mollato la presa e che si è sempre comportata da Leonessa.

Pensiamo a quando si ruppe l’osso scafoide del piede durante la finale a squadre dei Mondiali 2007 (quarto posto per l’Italia, miglior risultato della storia moderna) e due giorni dopo era in pedana per difendere il titolo all-around uscendo dall’Arena di Stoccarda con un bronzo. Oppure ricordiamoci di quella terribile tendinite acuta che le rovinò le Olimpiadi di Pechino 2008, quel tendine d’Achille che da quel momento non le darà più tregua ma agli Europei di Milano stringe i denti e ci regala un argento al corpo libero.

Si opera al tendine d’Achille, nel 2010 è di nuovo in pista, si rimette a puntino con il mirino verso le Olimpiadi di Londra 2012 e piange amaro per il terzo posto parimerito con Aliya Mustafina che però le nega la medaglia di bronzo a causa di un regolamento folle. Una batosta morale che la potrebbe portare al ritiro e invece ai Mondiali 2013 è lì a battagliare con il nascente fenomeno Simone Biles, conquistando un incredibile argento ancora al quadrato. Trascina l’Italia alle Olimpiadi di Rio 2016 (fantastica qualificazione attraverso i Mondiali di Glasgow), ma ancora una medaglia di legno la abbatte.

Si opera ancora al tendine d’Achille, ritorna in gara dopo un anno, vola ai Mondiali, si qualifica alla Finale, prova a giocarsi una medaglia, si infortuna. La sfortuna la perseguita ma lei l’abbatte ogni volta: dovrà farlo anche questa volta se davvero vuole l’impossibile, quello che porta il nome di Tokyo 2020.

 

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(foto Federginnastica)

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