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Tuffi grandi altezze, World Series 2017: il guizzo del campione, Gary Hunt trionfa a Mostar. 5° De Rose, infortunio Iffland

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Aveva vinto all’esordio stagionale e poi si era fermato. Aveva in testa il Mondiale di Budapest, per il bis d’oro dopo il successo del 2015 a Kazan, ma ha sbagliato l’ultimo tuffo scivolando dal primo al quarto posto. Ha cambiato la sua serie gara, ha vissuto tappe difficili, ha temuto di aver ormai perso la possibilità di conquistare il quarto titolo consecutivo del Red Bull Cliff Diving, il settimo in otto anni. Ma Gary Hunt, dalla Gran Bretagna, non è il miglior tuffatore dalle grandi altezze di sempre per caso. E sabato 16 settembre si è preso la tappa di Mostar (Bosnia Erzegovina) tornando in vetta alla classifica generale.

Dai 27 metri dello Stari Most, il “Ponte vecchio” simbolo della guerra dei Balcani, distrutto nel 1993, ricostruito nel 2004 e patrimonio mondiale dell’Unesco, Hunt non aveva mai vinto. Si pensava che li soffrisse, i ponti, perché “dal punto di vista visivo è più difficile, si hanno meno punti di riferimento“, aveva dichiarato nei giorni scorsi l’inglese di Southampton al sito ufficiale della Red Bull. Cannibale da 30 successi in 64 gare, quasi il 50%, Hunt non era mai riuscito a imporsi né in Bosnia né a Bilbao, altra tappa in cui si salta da un ponte. Ha cancellato anche questa statistica.

Con 400.90 punti il britannico è salito sul gradino più alto del podio davanti allo statunitense iridato Steven LoBue (393.85) e alla wild card russa Nikita Fedotov (376.25). Quinto posto per l’italiano Alessandro De Rose, medaglia di bronzo a Budapest, solo decimo l’altro inglese Blake Aldridge che ha perso la vetta della graduatoria. Ora infatti comanda proprio Hunt con 660 punti, il messicano Jonathan Paredes è il rivale più vicino ma a quota 520: il 21 ottobre in Cile il “Brilliant Brit” avrà grandi possibilità di centrare il poker di trionfi consecutivi.

Si è invece complicato il percorso dell’australiana Rhiannan Iffland, in misura minore la Gary Hunt del circuito femminile, prima nel 2016 e oro mondiale in Ungheria. Un errore in fase di entrata in acqua durante uno dei tuffi di allenamento le ha provocato un infortunio e l’ha esclusa dalla gara di Mostar. A vincere è stata dunque la statunitense Cesilie Carlton con 316.40 punti. Secondo posto per l’australiana Helena Merten (314.30), terza la tedesca Anna Bader (280.50). In classifica generale Iffland rimane in testa con 690 punti ma la messicana Adriana Jimenez ha accorciato le distante: -60 e la tappa conclusiva da sfruttare con il rebus della condizione fisica della favorita. E’ tutto apertissimo.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Dean Treml/pagina Facebook Red Bull Cliff Diving

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