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Ciclismo

Vuelta a España 2017, strappi e salite esplosive: con questo percorso Vincenzo Nibali non può vincere?

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Dalla mirabolante vittoria dell’altro ieri sul traguardo di Andorra ai 26” di ritardo pagati nei confronti di Chris Froome sul primo arrivo in salita della Vuelta di Spagna. Si riassumono così gli ultimi tre giorni di Vincenzo Nibali che dall’esaltazione del successo in rimonta è precipitato nello sconforto per aver perso il primo duello diretto con gli altri big di classifica.

Lo Squalo ha pagato dazio su un’ascesa di appena 3,3km ma con delle pendenze aspre (media del 12% e addirittura delle punte al 20%). La frullata di Moscon, in supporto al suo capitano nel Team Sky, ha messo in ginocchio il siciliano che ha cercato di difendersi nell’ultimo tratto ma immancabilmente ha dovuto cedere dei secondi preziosi alla maglia rossa, grande favorito il trionfo finale a Madrid. Si sapeva che Vincenzo Nibali avrebbe potuto accusare delle fatiche su questa tipologia di salita, molto lontana dalle sue caratteristiche tecniche ma quello che preoccupa è che il percorso della Vuelta sembra essere infarcito di queste asperità: il capitano della Bahrain Merida dovrà cercare di limitare i danni per poi provare a inventarsi qualcosa quando il tracciato gli sarà più congeniale.

Ora Enzo accusa 36 secondi di distacco da Chris Froome in classifica generale: sono davvero un’inezia e la strada da fare è ancora tantissima ma il tracciato disegnato dagli organizzatori è tutt’altro che congeniale. Basta guardare a quello che ci aspetta nel weekend: a Xorret Catì una salita con pendenze che superano il 20% ma in quel caso una discesa di 2km potrebbe sorridere al nostro portacolori. A Cumbres del Sol altro arrivo in salita con quattro chilometri durissimi e pendenze simili a quelle odierne.

Arrivare al primo giorno di riposo con massimo un minuto di ritardo sarebbe davvero ottimo anche perché mercoledì prossimo c’è il primo vero tappone di questa Vuelta: 3434 metri di dislivello, l’Alto de Velefique e Calar Alto da scalare, entrambi in rapida successione sul finale di gara. Proprio lì si dovrebbero vedere le prime vere differenze prima di un micidiale weekend. A La Pandera la strada sembra impervia per Nibali, poi domenica con Monachil e Sierra Nevada, sempre oltre il 10%: lì bisognerà provarci a tutti i costi. Anche perché la cronometro di 42 chilometri a Los Arcos è il terreno giusto per Froome che vorrà ipotecare la vittoria prima del famigerato Angliru.




 

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