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Atletica, Mondiali 2017 – Usain Bolt, la sceneggiatura horror per un film da Super Eroi. Epilogo da incubo per un Campione leggendario

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Quanto accaduto questa sera ai Mondiali 2017 di atletica leggera sembra davvero essere stato scritto da uno dei più bravi sceneggiatori di Hollywood, uno capace di far appassionare il pubblico e di fagli provare le emozioni più contrastanti, di farlo arrabbiare con il destino e di prendere le parti del personaggio protagonista, dell’uomo che conduce la storia e da cui tutti si aspettano sempre una magia strabiliante.

La sorte, però, ha tirato un cattivo scherzo al nostro superman, al Dio della Velocità, al Super Eroe incontrastato che per quasi un decennio aveva sconfitto tutti i nemici, tutti i cattivoni che volevano rubargli il trono e scalfire il suo Regno. Usain Bolt, nell’ultima gara della sua irripetibile carriera, è stato sconfitto da un infortunio, un rivale contro cui difficilmente si può combattere e contro cui è davvero difficile vincere: l’ultima frazione della 4x100m lo ha tradito, proprio nel momento in cui stava cercando di dare il massimo di se stesso per trascinare la Giamaica in trionfo a Londra e chiudere i battenti con l’ennesima medaglia iridata, il ventesimo oro tra Mondiali e Olimpiadi.

Qualcuno che sta sopra di lui ha deciso di scrivere un epilogo diverso e l’ultima pagina della Bibbia Usseiniana si conclude con dei strazianti saltelli in corsia, un accasciamento a terra, le lacrime di delusione e la Gran Bretagna che a sorpresa batte gli USA quasi nell’incredulità del pubblico della capitale britannica che nel giro di cinque secondi ha assistito alla caduta del più grande e al trionfo a sorpresa della Nazionale di casa.




 

Dopo il bronzo nella prova individuale, Bolt cercava di riscattarsi per non chiudere da battuto: sabato scorso erano stati Gatlin e Coleman a detronizzarlo sul campo come mai gli era capitato in una competizione di primissima fascia (aveva sempre vinto, a parte a Daegu 2011 quando incappò in un’incredibile partenza falsa). Oggi un avversario superiore gli ha sbarrato la strada e gli ha addirittura regalato il primo “do not finish” della sua vita. Ce lo avessero detto poche ore fa non ci avremmo creduto (qualcuno avrà sicuramente vinto milioni di sterline…).

La carriera del più grande atleta di tutti i tempi (sicuramente della sua disciplina, nello sport in generale se la deve vedere con colossi probabilmente imbattibili a partire da Muhammad Alì) si conclude melanconicamente e tristemente in una notte di mezza estate che assume i toni tragici di un’opera shakesperiana. Quella di questa sera non è una macchia sul mito di Usain Bolt ma un ulteriore segno di quanto anche i Super Hero possano essere maledettamente umani e per questo ancora più vicini ai comuni mortali.

Il lascito di Usain Bolt è davvero unico e nessuno potrà prenderne l’eredità: 9.58 sui 100m, 19.19 sui 200m, 8 ori olimpici (con tre doppiette e due triplette), 11 titoli iridati (con tre doppiette e quattro triplette) sono numeri semplicemente sbalorditivi, un uomo che ha saputo riscrivere la fisica e di cui si parla anche fuori dallo sport. Il giamaicano compirà 31 anni tra qualche giorno e a Londra ha preso due scoppole pesanti: potrà seriamente pensare di tornare per non chiudere da battuto? Forse non ne ha più voglia ma…

 

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