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Atletica, Mondiali 2017 – Mo Farah e Usain Bolt a braccetto nella leggenda. Pubblico in visibilio, a Londra sono trionfatori nel giorno d’apertura

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Doveva essere la giornata di due Campioni e così è stato. Le aspettative sono state mantenute ai Mondiali 2017 di atletica leggera dove due dei più grandi protagonisti dell’ultimo decennio si sono incrociati, anche se a debita distanza, entrambi per accogliere l’abbraccio di 60mila spettatori che hanno assiepato le tribune dello Stadio Olimpico di Londra, letteralmente gremito come cinque anni fa durante i Giochi a cinque cerchi.

Il pubblico britannico ama l’atletica ed è stato ripagato da un venerdì sera ricco di emozioni e di significato: aver visto contemporaneamente l’ultimo 10000m di Mo Farah (poi si darà alla Maratona) e l’ultima batteria dei 100m di Usain Bolt è stato davvero unico e irripetibile, qualcosa che sicuramente rimarrà negli annali. I pronostici della vigilia sono stati rispettati e il britannico ha conquistato il suo terzo titolo iridato sulla distanza, addirittura il decimo complessivo tra Mondiali e Olimpiadi considerando 5000m-10000m: semplicemente è la storia in numeri del più grande fondista di tutti i tempi, quantomeno a livello di palmares. Sarà pur vero che attorno al suo allenatore Salazar aleggiano ombre di doping ma il 34enne di origini somale ha dimostrato ancora una volta cosa significa essere Campioni e fare costantemente la differenza, in qualsiasi contesto.




Oggi, se ce ne fosse stato ancora il bisogno, Mo Farah ha ribadito che è lui il più forte e che è in grado di trionfare in qualsiasi tipologia di gara gli venga proposta, sia in quella con ritmi blandi sia in quella con accelerazioni, strategie di squadre, allenante, velocità media molto elevata. Oggi ha visibilmente sofferto ma il rettilineo finale lo ha incoronato come cinque anni fa alle Olimpiadi, accolto da un boato davvero fragoroso.

Se Farah è una leggenda, Bolt va oltre l’umano e il suo imminente ritiro sconvolgerà tutta l’atletica leggera che lui stesso ha rivoluzionato nel corso degli ultimi dieci anni. Semplicemente il più veloce della Terra, un’icona dello sprint, un uomo simbolo che con i suoi siparietti e il suo modo affabile è riuscito ad andare oltre i confini del suo sport conquistando l’affetto davvero di tutti, non soltanto degli appassionati.

Oggi Usain ha vinto la sua batteria dei 100m, distendendosi bene nella seconda parte di gara nonostante un avvio difficile e un’uscita dai blocchi di partenza che davvero non l’ha soddisfatto. In sostanza: è ancora lui il grande favorito per il trionfo di domani sera quando sarà incoronato il Re della velocità. Il giamaicano va a caccia del quarto titolo iridato della carriera e gli avversari non hanno dimostrato niente di particolare: non è dispiaciuto Justin Gatlin, Yohan Blake si è dissolto al pari di Akani Simbine, Forte è stato il migliore (9.99, unico sotto i 10”), Coleman ha il miglior tempo mondiale stagionale e ha fatto il suo compitino. Tutto è rinviato a domani per l’ultimo 100 metri del più grande: riusciremo a fare a meno di lui?

Per il resto poco da segnalare. Dibaba e Kipyegon si sono punzecchiate in batteria con l’intrusione di Semenya (riuscirà davvero a fare bene sui 1500m?), livello buono nel lungo con tanti atleti oltre gli 8.05m richiesti per la qualifica, ordinaria amministrazione nel disco maschile e nell’asta femminile dove però ci ha lasciato le penne Jennifer Suhr.

 

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