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America’s Cup 2017, Finale Oracle-New Zealand: in palio potrebbe esserci anche il futuro della Coppa

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Dopo anni di polemiche finalmente ci siamo: Oracle Team USA ed Emirates Team New Zealand si contenderanno la 35esima edizione dell’America’s Cup. È sicuramente la sfida più attesa della vigilia, non solo perché è la riedizione della sfida di due anni fa che ha visto gli americani prevalere 9-8 dopo essere stati sotto 1-8, ma anche perché le due imbarcazioni si sono sfidate negli ultimi anni soprattutto fuori dall’acqua. Il team neozelandese infatti, è stato quello che, insieme a Luna Rossa che ha poi deciso di rinunciare, si è opposto in maniera decisa ai continui cambi di protocollo voluti dal Defender. Ora però la parola passerà alle acque del Great Sound delle Bermuda.

Team New Zealand si è presentata a questa Coppa mantenendo un profilo molto basso. I kiwi si sono nascosti dietro la motivazione di un budget ridotto, ma giunti alle Bermuda hanno tirato fuori la novità dei ciclisti grinder, che pedalando generano sicuramente maggiore potenza. L’imbarcazione timonata da Peter Burling si è infatti dimostrata solidissima in tutte le condizioni di vento, raggiungendo velocità ben oltre i 40 nodi. Team New Zealand ha dominato gli altri Challenger durante il Round Robin, battendo poi Land Rover Bar, nonostante una pesante scuffia, ed Artemis nella finale, con una grande prova di Burling, freddo anche nei momenti più concitati. Le uniche due sconfitte della prima fase sono arrivate proprio contro il Defender. L’impressione però è che i neozelandesi si siano nascosti, così come hanno già fatto durante la fase di avvicinamento alla competizione, e che quindi abbiano riservato il massimo del proprio potenziale per la sfida finale. 

Dall’altra parte, Oracle Team USA. Gli americani hanno fatto valere in tutti i modi possibili il loro status di Defender, anche e soprattutto nella decisione di prendere parte alle regate del Round Robin, in modo da marcare e studiare da vicino i Challenger e non farsi sorprendere ed essere costretti alla rimonta come quattro anni fa. La loro scelta si è rivelata vincente perché l’imbarcazione timonata da James Spithill ha chiuso la prima fase al primo posto guadagnandosi un punto bonus da spendere nella finale. L’impressione della vigilia però, è che Team USA non sia molto tranquilla: la scelta di adottare questo regolamento per i Round Robin infatti, non può non nascondere un certo nervosismo da parte del Defender, che ha voluto mettersi alla prova da subito. La scarsa sicurezza degli americani poi è aumentata dopo l’introduzione dei ciclisti da parte di Team New Zealand, decidendo di provare a copiare questa scelta modificando l’assetto a pochi giorni dal via, cosa che un team sicuro dei propri mezzi non avrebbe fatto.

La parola quindi passerà all’acqua. Sarà una serie entusiasmante e spettacolare, giocata ad alta velocità sul filo dei secondi. Risulterà senza dubbio fondamentale la componente psicologica, con Burling e Spithill che proveranno ad intimidirsi l’uno con l’altro sin dalle fasi di pre-partenza. In gioco però, ci sarà molto di più che la Vecchia Brocca: Team New Zealand è intenzionata a strappare la Coppa ad Oracle anche per il cattivo comportamento del Defender. In caso di vittoria infatti, i kiwi hanno già promesso regole più chiare in vista della prossima edizione. Da questa Finale potrebbe quindi cambiare il futuro di questa competizione. Tra i tanti team alla finestra anche Luna Rossa, “alleatasi” proprio con Emirates nella lotta politica degli ultimi anni contro Oracle.

 

alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: pagina Twitter Emirates Team New Zealand

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