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Volley, Champions League – La Final Four di Roma: un trionfo organizzativo e di pubblico. Kazan troppo forte, Perugia ci ha provato, Civitanova in crisi

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È stato un successo organizzativo e di grande pubblico. Sono queste le notizie positive della Final Four della Champions League 2017 di volley maschile che è stata assoluta protagonista nel weekend al PalaLottomatica di Roma.

Oltre 10mila spettatori sugli spalti, sold out per entrambi i giorni, più di 450mila euro di incassi dalla vendita dei biglietti (record assoluto per una competizione pallavolistica in Italia), sponsor importanti come DHL, maxi copertura televisiva e tanti complimenti a Perugia che ha avuto l’ardire di credere nella possibilità di ospitare l’atto conclusivo della massima competizione continentale.

Il volley è sempre più amato in Italia, dopo l’argento conquistato alle Olimpiadi di Rio 2016 c’è stato un importante salto in avanti sotto il profilo dell’interesse mediatico e del grande pubblico, dovuto anche alla presenza in campo della stella Ivan Zaytsev, autentico catalizzatore di attenzioni e ricercatissimo nel weekend dall’intera tifoseria. La coreografia dei Sir Maniaci e lo scorcio tutto bianco del PalaLottomatica, uniti a un supporto incessante, sono alcune delle cartoline più belle del fine settimana.

Questo per quanto riguarda la cornice dell’evento perché per il resto purtroppo non c’è da sorridere. Una squadra italiana perde nuovamente la Finale, ancora una volta per mano dello Zenit Kazan (l’anno scorso successe a Trento) che si laurea Campione d’Europa per la terza volta consecutiva: oggettivamente sono troppi forti, sembrano davvero imbattibili e questa Perugia poteva fare davvero poco contro gli uomini di Alekno.

 

Maxim Mikhaylov è stato stellare in Finale, Wilfredo Leon non è stato sbalorditivo come suo soluto al pari di Matt Anderson ma Kazan è sempre una spanna sopra a tutti e lo ha dimostrato nuovamente, per la terza volta consecutiva. Perugia ha fatto l’impresa eliminando Civitanova in semifinale: uno spento Juantorena ha impedito alla Lube di mantenere i pronostici della vigilia. Sulla carta gli uomini di Blengini erano davvero gli unici che potevano mettere in difficoltà lo Zenit ma neanche sono arrivati a giocarsela, eliminati per il secondo anno consecutivo prima dell’appuntamento decisivo.

Una nuova scoppola per i cucinieri che ora getteranno anima e corpo nella rincorsa verso lo scudetto (giovedì si riparte da Trento) ma la squadra si è rivelata perdente proprio quando contava davvero, senza la Pantera nel momento clou della stagione e con un buon Sokolov che però non è bastato durante il tie-break contro i ragazzi di Bernardi.

Ivan Zaytsev ha risposto bene, Atanasijevic ha steccato in Finale, Marko Podrascanin è stato l’uomo in più al centro ma Perugia chiude la stagione con zero titoli nonostante lo squadrone messo a disposizione di Mister Secolo. C’è tanto da rivedere tra le fila dei Block Devils come c’è tanto da rivedere nel format della Champions League.

 

1 Commento

1 Commento

  1. Nany74

    2 Maggio 2017 at 19:23

    ..sono d’accordo soprattutto sul format. Stranamente capita quasi sempre che due squadre italiane se la giochino in semifinale. Per carità, Kazan in semifinale significava sconfitta garantita, ma forse anche no. Il fuso orario, il trasferimento, la prima partita in un palazzetto nuovo ecc…chissà….magari steccavano proprio la gara giusta e la finale poteva essere tra due squadre italiane, ma figurati se ce lo fanno fare….sia mai….

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