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Tania Cagnotto vince la gara d’addio: “Quasi in lacrime prima dell’ultimo tuffo”

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TORINO – L’uno e mezzo rovesciato carpiato finale, il tuffo con cui ha vinto l’oro mondiale a Kazan 2015, per i giudici vale quattro 8, un 7.5 e due 7. Ma quando lo speaker-vigile urbano Valter Gerbi annuncia il punteggio, ecco la sorpresa: tutti 10, il pubblico della Monumentale il delirio, cartelloni verdi-bianco-rossi a dipingere un tricolore sugli spalti della piscina. Tania Cagnotto chiude la carriera agonistica così, vincendo la gara da 1 metro agli Assoluti di torino con 283.40 punti. Con lei, sul podio, la possibile erede Elena Bertocchi (269.35) e l’amica-rivale di mille battaglie, Maria Marconi (237.55).

“Prima dell’ultimo tuffo avevo quasi le lacrime, è strano: di solito piango dopo – commenta la bolzanina, due medaglie olimpiche, 10 mondiali e 29 europee in carriera -. Non pensavo di poter vincere, l’adrenalina fa miracoli: mi sono allenata pochi mesi, ho cambiato passo in gara. Avevo una forza in più, credo sia una cosa innata ma anche elaborata negli anni. i giovani devono lavorare soprattutto su questo, nei tuffi“. Garista, sempre. In vetta, come un’infinità di volte prima di questo 13 maggio 2017 che fa calare definitivamente il sipario sulla carriera della tuffatrice più forte della storia italiana.

Ma… è sicuramente un addio? “E’ sicuramente un addio – continua -, ma nella vita non si sa mai“. E cosa significa? “Il non si sa mai è per alleggerire, nella vita mai dire mai. Per ora è un capitolo chiuso, ma magari impazzisco come Laura Wilkinson che a 39 anni e dopo un figlio vuole tornare alle Olimpiadi dalla piattaforma. Sinceramente non pensavo neanche che fosse possibile“. Scherzi a parte, in futuro è molto più probabile rivedere Tania Cagnotto a bordo vasca, ma come allenatrice: “Da domani avrò più leggerezza perché gareggiare stanca – ammette – ma anche nostalgia. E la nostalgia durerà anni, ho parlato con alcuni ex atleti e ho capito che non passa molto in fretta, Devo abituarmi, magari ci sarò in altre vesti. Accetterei un ruolo da allenatrice, ma non subito un ruolo importante. Devo imparare a farlo, a piccoli passi“.

Torino? “Il finale perfetto“. Il futuro dei tuffi? “Non siano dimenticati“. E quindi: “Spero che si investa in questo sport: impianti, allenatori, tutto“. Alla fine della festa c’è la seccatura dell’antidoping, anche questo per fortuna l’ultimo. Ma è la stessa Tania Cagnotto di sempre: sorridente, semplice, umana. Una fuoriclasse che lascia in punta di piedi dopo aver scritto non la storia, ma la leggenda.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto di: Francesco Caligaris

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