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Judo, Europei 2017: Italia, si riparte a rallentatore dopo la sbornia olimpica

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I Campionati Europei di Varsavia 2017 rappresentavano la prima grande competizione del nuovo quadriennio olimpico, occasione colta da molte nazionali – Italia compresa – per lanciare molti giovani. Nella delegazione azzurra, ad esempio, erano undici gli atleti che disputavano la loro prima rassegna continentale. Nonostante ciò, in molti speravano che la delegazione italiana potesse tornare in patria almeno con una medaglia, per non interrompere le dinamiche positive del 2016, che soprattutto in occasione delle Oimpiadi avevano rilanciato l’interesse per questa disciplina nel Paese.

Il verdetto dei tatami, impietoso come sempre, ha invece parlato diversamente: dopo due edizioni consecutive con almeno un podio (il bronzo a squadre delle ragazze nel 2015 ed i due podi di Elios Manzi e Fabio Basile nel 2016), la squadra azzurra è tornata nel novero di quelle incapaci di ottenere medaglie. Sulle quarantuno nazionali partecipanti, ben venticinque hanno piazzato almeno un atleta – o una squadra, nel caso della Polonia – sul podio, mentre l’Italia figura tra le restanti sedici, con la magra consolazione di essere in compagnia di Turchia, Israele e Belgio.

Naturalmente le cause di questo risultato negativo sono molteplici. Innanzi tutto le assenze dei due medagliati di Kazan’, Manzi e Basile, ma anche la preparazione travagliata di Odette Giuffrida (52 kg), che nonostante tutto ha chiuso quinta, e l’infortunio subito sul tatami di gara da Assunta Galeone (78 kg). Edwige Gwend (63 kg) ha disputato buoni incontri, perdendo da atlete meglio piazzate nel ranking, e poco di più si poteva chiedere ai vari giovani che hanno disputato la rassegna. Probabilmente l’unica prova davvero sotto tono è stata quella di Matteo Marconcini (81 kg), che ha subito una battuta d’arresto dopo un incredibile 2016, ma per il resto le prestazioni sono state piuttosto in linea con i pronostici.

La verità è che, ad esclusione di qualche categoria, l’essere il numero uno italiano non è per nulla una garanzia di essere fra i migliori del continente. A parte i nomi noti, quelli che si sono comportati meglio sono stati Matteo Medves (66 kg), capace di mettere in difficoltà il futuro campione. l’ucraino Georgii Zantaraia, ed Antonio Esposito (81 kg), che nella prova a squadre ha battuto un riferimento della categoria come Zebeda Rekhviashvili. Nel complesso, al di là del mero risultato, l’augurio è soprattutto che questa esperienza sia servita per gli appuntamenti futuri, mentre l’attesa è tutta per il ritorno sul tatami del campione olimpico Fabio Basile, la cui assenza si è decisamente avvertita.

giulio.chinappi@oasport.it

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Immagine: EJU – Emanuele Di Feliciantonio

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