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Manfred Moelgg, l’apoteosi di un grande campione sottovalutato
Con il trionfo nello slalom di Zagabria, nel quale si è messo alle spalle mostri sacri come il norvegese Henrik Kristoffersen, l’austriaco Marcel Hirscher ed il tedesco Felix Neureuther, Manfred Moelgg ha chiuso un cerchio. Era l’agosto 2014 quando il marebbano riportò la rottura del tendine d’Achille della gamba destra. Un infortunio gravissimo, che a 32 anni, per molti, avrebbe significato il capolinea della carriera.
Iniziò allora il duello tra il destino ed uno sciatore animato da un’incommensurabile motivazione interiore. Il desiderio di dimostrare al mondo di poter tornare ancora una volta davanti a tutti, a dispetto del logorante scorrere del tempo.
75 giorni dopo l’operazione, Moelgg mise nuovamente gli sci ai piedi, praticamente a tempo di record. L’azzurro ha vissuto poi un biennio 2015-2016 di transizione, lasciando intravedere buoni segmenti di gara, senza tuttavia quella condizione atletica e mentale per competere con i migliori.
La scorsa estate il nativo di Brunico ha svolto una preparazione senza intoppi, mettendo a punto i dettagli tecnici e presentandosi in forma ai primi appuntamenti stagionali. A Levi è tornato sul podio dopo quasi 3 anni, mentre oggi ha riassaporato il gusto di una vittoria che mancava dal lontano 2009, quando si impose nello slalom di Garmisch.
In quattro gare stagionali in slalom, Moelgg non è mai andato oltre la settima posizione. Una continuità di rendimento eccezionale, confermata anche dal terzo posto nella classifica di specialità, non così distante dal leader Kristoffersen (54 punti di differenza).
La seconda giovinezza di Moelgg non deve sorprendere. Siamo di fronte infatti al più grande specialista italiano delle discipline tecniche dai tempi di Alberto Tomba, l’unico in grado di eccellere sia in gigante (un tempo) sia tra i rapid gates. Uno sciatore capace di conquistare la Coppa del Mondo di slalom nel 2008, nel cui palmares figurano 3 vittorie e 19 podi in Coppa del Mondo, senza dimenticare le tre medaglie ai Mondiali. Manca l’alloro olimpico, ultimo obiettivo di una carriera, in ogni caso, già memorabile. E sottovalutata da molti. Moelgg non è un personaggio alla Innerhofer, preferisce il lavoro e la famiglia alla ribalta mediatica. Tuttavia i risultati, oltretutto maturati in oltre un decennio di carriera, fanno dell’altoatesino un interprete di tutto rispetto della storia italiana dello sci alpino.
federico.militello@oasport.it
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Foto: Auletta Pentaphoto
