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Hockey su pista, Mondiali femminili 2016. Poche gioie per l’Italia ad Iquique, il podio ormai è una chimera

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Non brilla l’Italia ai Mondiali femminili di Iquique, in Cile. Il settimo posto finale coincide più o meno con le previsioni della vigilia, ma le azzurre non hanno mai dato l’impressione di poter insidiare le favorite per la vittoria finale del torneo. I primi due agevoli successi contro l’Egitto e il Brasile, avversari oggettivamente modesti, avevano illuso le ragazze guidate da Pino Marzella, convinte di aver trovato il feeling giusto e di poter pertanto impensierire anche le rivali più accreditate per il titolo mondiale, ma è bastata la partita successiva contro la Colombia per avvertire i primi stridenti scricchiolii. I tre rigori falliti da Maria Teresa Mele hanno costretto le azzurre ad accontentarsi di un misero pareggio che ha complicato non poco il cammino dell’Italia, la cui successiva sconfitta contro le fuoriclasse argentine era già ampiamente in preventivo.

Ai quarti di finale contro la Spagna, una stoica Sara Zarantonello ha tenuto in partita le sue compagne, rimaste in scia alle future campionesse del mondo fino ai minuti finali, durante i quali le iberiche hanno dilagato. Lo choc per la sconfitta che ha impedito all’Italia di agguantare un podio che manca ormai da 20 anni ha influito anche sul match seguente contro la solita Colombia, in cui ancora una volta sono stati decisivi i rigori falliti da Mele e Lapolla. I tiri dal dischetto si sono invece rivelati propizi nel match per la conquista della settima piazza contro la Germania, ma alla fine della fiera c’è ben poco di cui gioire.

Le 21 reti realizzate nelle prime due gare non possono rappresentare un dato statistico probante in ragione della qualità scadente delle avversarie, mentre fa molto più effetto l’unica rete messa a segno dalle azzurre nelle ultime quattro gare, in occasione delle cosiddette partite che contano. Allo scarso cinismo sotto porta delle giocatrici azzurre si è aggiunto anche un atteggiamento rinunciatario nella costruzione della manovra offensiva che ha indotto le ragazze di Marzella a tenere basso il baricentro e ad esporsi agli attacchi delle avversarie.

Tra le fila azzurre ha brillato soltanto il portiere Sara Zarantonello, autrice di interventi prodigiosi che hanno tenuto a galla le azzurre nei primi 30 minuti contro l’Argentina e la Spagna. Discreto anche il Mondiale di Giulia Galeassi, miglior marcatrice azzurra con 6 reti all’attivo, e di Erika Ghirardello, che ha realizzato sia l’unico gol dell’Italia nella fase finale del torneo che il penalty decisivo contro la Germania. Molto male, invece, Maria Teresa Mele, i cui rigori falliti hanno inciso negativamente sui risultati e sul morale della squadra. Fra due anni l’Italia dovrà dunque cambiare decisamente marcia in fase offensiva se vorrà tornare a cullare l’ambizione di salire su un podio che ai Mondiali manca ormai dal 1996.

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Foto: Martemucci

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