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Ciclismo

Tour de France 2016, il borsino dei favoriti: tanto equilibrio ma in giallo c’è sempre Froome

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Dopo nove giorni gara il Tour de France 2016 si prende il primo giorno di riposo, naturale giro di boa per provare a trarre le prime analisi su quanto visto. Mai come in passato la Grande Boucle vive nell’incertezza e nell’equilibrio, con 13 atleti contenuti in un minuto e 20 seconi in classifica. Il borsino.

FROOME Chris: rispetto al passato non ha ancora ammazzato la corsa. Sui Pirenei non si sono viste le classiche frullate, ma ha vinto una tappa con un’azione che ci ricorderemo a lungo in discesa, sintomo di una crescita anche a livello tattico e di lettura della gara. Ha dichiarato di voler crescere nella terza settimana ma già giovedì, con il Mont Ventoux, è chiamato a lasciare il segno per evitare spiacevoli sorprese sulle Alpi.

YATES Adam: era difficile aspettarselo su questi livelli visto che in una corsa di tre settimane non era mai andato oltre il 50esimo posto (esattamente un anno fa al Tour). Il talento però c’è e lo stiamo riscoprendo giorno dopo giorno. Spesso in coda al gruppo, quando la situazione si scalda è sempre tra i primi a reagire alle accelerazioni dei big. È leader nella classifica dei giovani.

MARTIN Daniel: anche lui una sorpresa. Negli ultimi anni sembrava aver abbandonato l’obiettivo dei grandi giri per privilegiare le Classiche, anche con ottimi risultati. Adesso vola in salita ed è riuscito ad evitare le cadute che spesso lo avevano fermato. Sul podio a questo punto se lo aspettavano in pochi, le cronometro non lo aiutano ma può continuare a stupire.

QUINTANA Nairo: i 23” di distacco da Froome sono un affare se consideriamo la situazione dello scorso anno. Però mancano ancora due cronometro (può difendersi ma in teoria il britannico è superiore). Rispetto ai due uomini che lo dividono dalla maglia gialla ha più costanza e offre maggiori garanzie sulle tre settimane oltre ad aver dato un’impressione migliore su ogni salita fino a qui affrontato. Rinunciatario, ha risparmiato energie o teme la risposta di Froome in caso di attacco?

RODRIGUEZ Joaquim:  ha annunciato il ritiro a fine stagione ma non per questo sembra andare piano. Difficile immaginarlo sul podio, ma fino ad ora gestendosi e con esperienza è riuscito a limitare i danni. Può fare bene, ma quanto? La top5 sembra difficile ma comunque alla portata.

BARDET Romain: alla Francia è rimasto solo lui. Con i connazionali in difficoltà, lui riesce a galleggiare in salita pur senza rubare l’occhio. Se vuole puntare a qualcosa di grande deve fare un netto passo in avanti rispetto a quanto visto fino ad ora.

MOLLEMA Bauke: corre come ha sempre fatto, facendo perno sulla capacità di gestirsi e di salire con il proprio passo in salita. Si vede poco (nonostante un attacco provato ieri) ma c’è sempre.

MEINTJES Louis: questo potrebbe essere il Tour della consacrazione per il minuscolo scalatore sudafricano. Sagoma inconfondibile, per ora è rimasto un gradino sotto ai migliori ma già facendosi vedere davanti conferma quanto di buono si dice di lui.

VALVERDE Alejandro: ha vinto la Freccia Vallone, ha fatto podio al Giro d’Italia e ora sta ancora andando forte al Tour de France nonostante l’obiettivo delle Olimpiadi. Un corridore straordinario, ma la brillantezza non è quella dei giorni migliori. Può comunque essere un ottimo punto d’appoggio per Quintana da qui in avanti.

VAN GARDEREN Tejay: eterna promessa mai sbocciata, prova a reggere in qualche modo ma la sensazione è che gli manchi sempre qualcosa per arrivare al livello dei migliori. I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per quanto riguarda le sue ambizioni.

ARU Fabio: ieri male, senza mezzi termini. La causa scatenante del minuto perso sembra essere una lieve crisi di fame, considerando anche che dopo aver perso contatto nella fase iniziale della salita è riuscito a limitare i danni grazie anche a Vincenzo Nibali. 1’23” di ritardo non sono eccessivi ed è ancora in piena corsa per il podio, anche considerano il livello degli avversari che sulla carta gli dovrebbero essere inferiori. Da qui in avanti deve crescere e cambiare marcia, come ha sempre fatto nelle corse di tre settimane con il passare dei giorni.

PORTE Richie: chi si rivede. Sempre tra i migliori in salita, peccato per una foratura nella seconda tappa che lo sta costringendo a oltre 2′ di ritardo. La sua corsa la deve fare per il podio: quando la strada sale si è dimostrato la terza forza in campo, ora deve evitare le crisi che ne hanno sempre caratterizzato la carriera.

PINOT Thibaut: i Pirenei gli sono stati indigesti. Puntava ad un Tour da protagonista, dovrà accontentarsi della possibilità di vestire la maglia a Pois e delle vittorie di tappa. Una delusione difficile da superare per lui e per tutta la Francia delle due ruote.

CONTADOR Alberto: il suo Tour è iniziato male con due cadute in due giorni ed è finito peggio, quando è stato costretto dalla febbre a salire in macchina. Ha provato a resistere, punterà ancora una volta alla Vuelta ma probabilmente tornerà l’anno prossimo.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: Gyrostat (Wikimedia, CC-BY-SA 4.0) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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