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Formula 1

F1: l’importanza di Michael Schumacher ed Aldo Costa nel progetto vincente Mercedes

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In attesa del prossimo appuntamento del GP di Ungheria, in programma il 26 Luglio sul tortuoso tracciato dell’Hungaroring, siamo qui a chiederci quali siano i segreti del successo della Mercedes che, ormai, da 2 anni domina in maniera incontrastata il Mondiale di F1. Le risposte possono essere tante: l’essere partiti in anticipo con lo sviluppo della P.U sfruttando abilmente anche il potere politico di cui la Casa di Stoccarda gode, l’aver ingaggiato un pilota come Hamilton, forse il più veloce del circus, capace di esaltare le prestazioni della W06 Hybrid e motivare anche il proprio compagno di squadra.

Tuttavia questi non sono gli unici motivi. Gli altri che vengono in mente, risalgono ad un periodo precedente, quando Mercedes soffriva decisamente, soprattutto nello sfruttamento degli pneumatici non riuscendo mai a tramutare in gara ciò che le qualifiche avevano evidenziato. Parliamo dell’importanza di Michael Schumacher ed Aldo Costa nel progetto delle frecce d’argento. Il ritorno di Michael, nel triennio 2010-2011-2012 non è stato positivo in pista, però è indubbio che l’importanza di un pilota come il tedesco, nel team, abbia portato dei benefici, soprattutto nella metodologia di lavoro, con suggerimenti nelle aree di intervento. La storia del Kaiser insegna che, oltre ad essere stato un eccezionale pilota, Schumy era un grandissimo lavoratore, in termini di collaudo ed ore passate in fabbrica, nel tentativo di apportare grandi miglioramenti alle vetture che ha guidato. I risultati con la Ferrari testimoniano un modus operandi proficuo e vincente, coadiuvato anche da un team efficiente, e pertanto gli stessi metodi sono stati applicati in un contesto che egli conosceva più che bene. La storia di Michael, infatti, è iniziata proprio con i prototipi della Casa di Stoccarda quindi l’aver chiuso ufficialmente la carriera con chi lo aveva visto nascere, agonisticamente parlando, è stato l’ultimo atto ideale di una carriera folgorante.

In questo senso, le conoscenze di Schumacher si sono fuse con quelle tecniche di un altro personaggio ex Cavallino Rampante, ossia Aldo Costa. L’ingegnere, in maniera impropria, era stato inquadrato come uno dei responsabili della debacle delle Rosse, nel periodo “post-schumacheriano”, dimenticando che poi un titolo mondiale era pur sempre arrivato con Kimi Raikkonen nel 2007. La rivincita di Costa, dopo l’allontanamento dalla Ferrari, vi è stata tra le fila tedesche e, nel ruolo di responsabile del Progetto e Sviluppo delle frecce d’argento, ha messo in pratica idee e strategie vincenti con la venuta dei propulsori ibridi. Di fatto, la Mercedes non ha solo un grandissimo motore ma anche un’aerodinamica sofisticata. Aver tracciato le linee di guida del progetto ha consentito al team teutonico di evolversi su due binari paralleli, portando al missile in pista degli ultimi 2 anni. Pertanto, se ora assistiamo ad un’autentica egemonia lo dobbiamo anche a personaggi che, anche un po’ nell’ombra, hanno lavorato, contribuendo ai successi di cui possono godere Hamilton e Rosberg.

 

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