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Nuoto, Giochi Europei Baku 2015: l’Italia deve sorridere. Non brillano solo gli ori

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Collezionista d’argenti, l’Italnuoto giovanile torna a casa dai Giochi Europei di Baku 2015 con un oro e ben nove secondi posti. A fine manifestazione è tempo di tracciare un bilancio sull’avventura degli azzurrini nella vasca azera, avventura iniziata con tante possibilità di medaglia e terminata con un bottino inferiore rispetto all’estate 2014 ma di certo ugualmente interessante in vista del futuro.

Tanti i motivi della (comunque minima) flessione, due i principali: l’ambiente oltremodo simile a quello olimpico, dunque più competitivo e con più pressioni sui giovanissimi atleti, e i Mondiali di Singapore sullo sfondo (25-30 agosto). Per valutare la stagione del nuoto giovanile italiano sarà impossibile non partire dall’appuntamento iridato, il clou dell’intera preparazione. A Baku, tuttavia, qualcosa di buono si è visto eccome. Anzi, anche più di qualcosa: Ilaria Cusinato doppio argento nei misti, Giulia Verona idem nei 100 e 200 rana, lo strepitoso oro di Sveva Schiazzano nei 1500 sl (la campana è anche giunta quarta negli 800), la velocità maschile convincente sul podio sia in staffetta che nei 50 e 100 sl, l’ottimo delfino di Giacomo Carini e di Elisa Scarpa Vidal, grande sorpresa targata corsia uno così come per altro il trionfo della Schiazzano.

Vero che, partendo dai ranking stagionali, Alessandro Bori e Lorenzo Glessi avrebbero potuto raccogliere di più. Vero pure che i tanti argenti non rendono felici proprio tutti. Ma come tutte le cose anche il nuoto italiano ai Giochi Europei di Baku 2015 va contestualizzato e spiegato numeri alla mano. E allora eccoli: Ilaria Cusinato, 16enne veneta, ha stabilito i nuovi record italiani juniores nei 200 e 400 misti (4’44″01 e 2’13”78, il secondo pure cadetti, la categoria superiore). Giulia Verona si è sempre migliorata: personale abbassato di oltre un secondo nei 200 rana (da 2’16”98 a 2’25”91) e netto progresso anche nei 100 (da 1’09”44 a 1’08”61). Sveva Schiazzano vince la palma di rivelazione della manifestazione: prima di giovedì nei 1500 stile libero non era mai scesa sotto i 17’02″69, ha sorpreso tutte dalla corsia laterale e si è imposta prendendo la vetta ai 1100 metri in 16’40″17. Uno scatto di 22 secondi, da applausi. Record italiano juniores e cadetti anche per Giacomo Carini nei 200 farfalla: 1’57”46. Con le medaglie sono arrivati anche i personal best di Elisa Scarpa Vidal (da 2’13″96 a 2’12”27) e Giovanni Izzo (quattro centesimi rosicchiati per il 22”51 della finale), mentre Alessandro Miressi ha toccato in seconda piazza nei 100 sl (50”03) peggiorando il crono della semifinale che – pure in questo caso – rappresenta il suo nuovo miglior tempo della carriera (49”80). E si potrebbe andare avanti a lungo, citando per esempio il 2’14”65 di Sara Franceschi quarta nei 200 misti con precedente record a 2’15”45.

Quanto riportato, però, sembra sufficiente. Chi invoca i numerosi trionfi del passato, europei ma anche mondiali, forse dimentica due passaggi: la nuova filosofia capeggiata dal responsabile del settore giovanile Walter Bolognani e, soprattutto, la triste fine che hanno fatto i molti fuoriclasse italiani dominatori a 18 anni con un fisico già oltremodo plasmato e incapace di crescere ancora al momento del salto tra i big. Oggi come oggi Russia e Gran Bretagna fanno paura: nell’estremo est c’è chi nuota i 200 rana in 2’23”06 come Maria Astashkina, i 100 farfalla in 52”13 come Daniil Pakhomov e i 100 rana in 1’00”65 come Anton Chupkov (tutti record mondiali juniores), oltremanica si è prepotentemente imposto sulla scena il dorsista Luke Greenbank (54”76 nei 100 e 1’56”89 nei 200) e anche Duncan Scott, velocista, ha stracciato la concorrenza. Dureranno? Appuntamento a Singapore prima e tra i grandi poi. Si dice che non è tutto oro quel che luccica, ma mai come in questo caso il proverbio si può girare in “non luccicano solo gli ori”. 

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Facebook Sveva Schiazzano

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