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Combinata nordica

Combinata nordica: Italia, una stagione tra crescita e storia

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La stagione di combinata nordica conclusasi nel weekend ad Oslo ha regalato ad Eric Frenzel la terza Coppa del Mondo consecutiva, sancendo un nitido predominio della Germania (inverno molto brillante anche per Rydzek e Riessle) a fronte dei padri nobili norvegesi che invece hanno arrancato più del dovuto. La Norvegia, oltretutto, manca ancora l’appuntamento con una sfera di cristallo lontana ormai 16 anni, oltre ad essere uscita senza ori da Falun.

In questo contesto, l’Italia ha vissuto una stagione da archiviare come assolutamente positiva, non fosse altro che Alessandro Pittin ha portato in dote, con l’argento nella Gundersen dal trampolino piccolo, la prima medaglia iridata della nostra storia. Inoltre, ai Mondiali di Falun sono arrivati anche un quarto e un quinto posto rispettivamente nella gara a squadre e nella team sprint, a conferma di un quartetto di Coppa del Mondo davvero di ottimo livello.

Già, se il Pittin delle ultime settimane è risultato semplicemente incontenibile, con due podi frutto di rimonte clamorose sugli sci stretti e un’undicesima posizione finale nella classifica assoluta, per tutti i ragazzi l’inverno è stato senz’altro positivo, al di là dell’exploit mondiale. Certo, la regolarità di piazzamento nel corso delle settimane non è ancora il punto forte degli azzurri, che al netto di Samuel Costa patiscono il salto in particolare dal grande trampolino: non si può non sottolineare, comunque, come l’attento lavoro di Kimmo Savolainen sotto la direzione tecnica di Jochen Strobl abbia portato a risultati migliori in questo fondamentali, testimoniati, al netto dell’avvio di stagione, da una maggiore facilità nel superare quel Provisional Competition Round che troppo spesso impedivo agli italiani di gareggiare.

Costa, appunto, salta bene ed è leggermente migliorato sugli sci stretti (qui va rimarcato il lavoro di Pietro Frigo che ha raccolto la non facile eredità di Sepp Chenetti); nonostante nelle ultime settimane sia stato fisicamente debilitato dall’influenza contratta in Giappone, il gardenese archivia un inverno in linea con quello precedente. Dopo un 2013-2014 decisamente negativo al netto di una splendida performance olimpica, Lukas Runggaldier è riapparso su buoni livelli: 42 punti complessivi certificano la miglior stagione negli ultimi tre anni condita dall’undicesimo posto di Chaux-Neuve proprio da un grande trampolino che in altre circostanze lo limita ancora sensibilmente. Oltretutto, il ventottenne finanziere è spesso tra i primi cinque o sei fondisti del circuito, appena dietro ad un Pittin per il quale è difficile trovare aggettivi quando si scatena sugli sci stretti. Per Armin Bauer, invece, arriva un piccolo passo indietro sul piano della regolarità gara dopo gara ammortizzato comunque da un brillante piazzamento nei dieci in Val di Fiemme. In ogni caso, siccome spesso il movimento sportivo italiano è accusato di non saper centrare i grandi appuntamenti, rimarchiamo una volta di più come tutti questi ragazzi abbiano fatto vedere le cose migliori proprio ai Campionati del Mondo di Falun, trascinati da un Pitbull in stato di grazia.

Capitolo ricambi. Per quanto riguarda Raffaele Buzzi, tesserato per la Forestale e inserito nella squadra B, sono arrivati i primi punti della carriera in Continental Cup; il tarvisiano ha poi chiuso in quindicesima piazza l’Alpen Cup, dove non ha bissato i podi della scorsa stagione centrando comunque quattro piazzamenti tra i primi dieci in un inverno enormemente condizionato da un meteo molto particolare che ha stravolto il calendario dei circuiti minori. Sempre in Alpen Cup, due giovanissimi del gruppo FuturFisi come Luca Gianmoena (classe 1997) e Aaron Kostner (1999) hanno dato sensibili segnali di crescita, dimostrando di non patire troppo la differenza rispetto alle competizioni giovanili con una bella serie di piazzamenti nei 15. Tornando alla squadra B, news non troppo positive per Manuel Maierhofer, che ha faticato in Coc regredendo sensibilmente rispetto alla prestazioni di un paio di stagioni fa, mentre nelle poche apparizioni in Coppa del Mondo è apparso molto lontano dai migliori; per Mattia Runggaldier si segnalano una timida ripresa nel circuito continentale e un paio di discrete performance in CdM, dove comunque non ha ancora conquistato i primi punti della carriera. Si tratta di un ragazzo capace di vincere un titolo mondiale junior, al quale va data almeno un’altra chance di dimostrare il suo effettivo valore.

foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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