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Tennis, Australian Open 2015: status quo contro nouvelle vague ai quarti finale

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Il tabellone dei quarti di finale si è definito sia sul versante maschile che su quello femminile, in questi Australian Open 2015, e quello che si nota è un vero e proprio scontro tra lo status quo dei Novak Djokovic, Rafa Nadal, Serena Williams e Maria Sharapova e la nouvelle vague di Milos Raonic, Kei Nishikori, Nick Kyrgios e Madison Keys. Spesso lo scenario dei tornei del Grande Slam è stato foriero di passaggi di testimone tra vecchio e nuovo. Ricordiamo, ad esempio, quello che accadde a Wimbledon, nel 2001, con il confronto tra Roger Federer e Pete Sampras, 7 volte campione dei championships, e la vittoria dello svizzero rappresentò quel cambio di leadership che forse, già negli Open australiani targati 2015,  potrebbe accadere.

I nomi non mancano. Partiamo da Kei Nishikori che nel torneo ha dato una sensazione di forte maturazione tecnica e psicologica. Il giapponese, allievo di Michael Chang, reduce da un’annata passata strepitosa con la scalata al numero 5 del ranking ATP, ha concesso pochissimo ai suoi avversari e il doppio 6-3 con cui si è liberato agli ottavi di finale di David Ferrer fa capire che il nipponico è da tenere in grande considerazione. Il servizio, la profondità di palla sono decisamente migliorate rispetto a qualche mese fa ed è abbinata alla grande mobilità che Nishikori ha sempre avuto e che lo porta ad avere un timing sulla risposta efficiente. Ora il confronto dei quarti è intrigante con Stanislas Wawrinka, campione uscente dello Slam,  anch’egli apparso in buone condizioni nei turni che hanno preceduto il match. Agli Us Open assistemmo ad una partita molto tirata che vide, sorprendentemente, imporsi il giapponese e chissà se questo vento d’Oriente che sa tanto di novità avrà la meglio sull’esperienza dello svizzero.

Altro giocatore che viene in mente è Nick Kyrgios, carnefice del nostro Andreas Seppi, che ha impressionato per le sue qualità morali in campo. Un grande combattente, mai domo, che esprime sempre tanta determinazione e voglia di imporsi. Le qualità del suo gioco sembrano sposarsi perfettamente con l’hard di Melbourne: servizio terrificante, colpi da fondo campo estremamente potenti. L’aussie non è certo un novellino, nonostante i 19 anni, visto che già in occasione di Wimbledon 2014 riusci ad eliminare Rafa Nadal, dando mostra di un tennis qualitativo. Ora il match contro Andy Murray, è un po’ come il caso precedente di Nishikori, un confronto generazionale tra due modi diversi di giocare a tennis e interpretare questo sport. Il britannico, assai più solido dell’australiano, viene da un 2014 costellato da tanti problemi fisici ma, in occasione dello Slam australiano, si è presentato in ottime condizioni con servizio e dritto potenziati. C’è da aspettarsi una sfida interessante.

Il medesimo discorso vale anche per la sfida tra Raonic e Djokovic. Il Canadese, reduce dalla battaglia degli ottavi di finale contro lo spagnolo Lopez, ha iniziato alla grandissima la nuova stagione con la finale a Brisbane ,persa contro Federer, grazie ad evidenti migliorie tecniche nel gioco: i movimenti sul perimetro, per fare un esempio. Un gioco maggiormente difensivo per poter lottare alla pari con fenomeni di questo tennis come Nole. Il serbo, neltorneo al momento, non ha sofferto dei classici cali di tensione che lo avevano visto protagonista in passato. La concentrazione sembra massimale e l’obiettivo di un nuovo successo in terra di Australia è uno stimolo importante per il numero 1 del mondo.

Potremmo fare anche altre citazioni come la classe ’95 Madison Keys che sfiderà Venus Williams, in un vero e proprio scontro generazionale, sempre con le stesse argomentazioni di cui abbiamo parlato precedentemente. La domanda è semplice: riusciranno i nuovi rappresentanti della new age del tennis ad avere la meglio sugli esponenti dello status quo? Il campo presto darà le sue risposte.

 

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Immagine: Federtennis/Tonelli

giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

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