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Tennis, Australian Open 2015: Djokovic contro Murray, una sfida di tennis difensivo

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Siamo ormai alle finali del singolare maschile e femminile, per ciò che concerne gli Australian Open 2015, e i nomi dei finalisti rientrano nella tradizione dello Slam in terra di Australia. Nel draw femminile, lo scontro epico tra Serena Williams e Maria Sharapova non è certo una novità, con la russa che non batte l’americana da più di 10 anni e, nello stesso tempo, nel tabellone maschile il confronto tra Murray e Djokovic è un remake di ciò che già accadde nel 2013 con il serbo vincente.

Focalizzando la nostra attenzione sull’ultima sfida citata, analizziamo come i due giocatori si sono avvicinati all’ultimo atto del torneo. Djokovic, fin dal primo turno, ha dimostrato di aver ritrovato quella forza mentale che costituisce il cavallo di battaglia del suo gioco. La grande capacità di tenere in vita ogni scambio che, per un altro giocatore sarebbe perso, è un fattore determinante in un tennis moderno sempre più difensivo. Nonostante l’hard di Melbourne favorisca una maggiore varietà nel gioco, questa non si è vista nell’arco delle 2 settimane e sono stati premiati i migliori interpreti di un tennis di grande solidità. Nole è probabilmente il numero 1 del mondo anche per questa ragione e ha raggiunto il traguardo finale sulla base delle caratteristiche già esposte. L’ultimo match con Stanislas Wawrinka ne è un’altra dimostrazione. Tutti si attendevano una sfida estremamente equilibrata tra il serbo e il campione uscente del 2014 e l’epilogo è stato al quinto set con un netto 6-0 a favore di Djokovic. Si è trattata di una semifinale di un livello decisamente più basso rispetto alle precedenti, con Wawrinka letteralmente logorato dagli scambi lunghi imposti da Nole. Un serbo, pertanto, che sembra avere una condizione psicofisica ideale per conquistare nuovamente il titolo a Melbourne.

Tuttavia, anche Murray arriva all’appuntamento nelle migliori condizioni. Dopo un 2014 molto problematico, per questioni legate alla schiena, lo scozzese è arrivato in Australia in ottima forma e migliorato in alcun aspetti tecnici: il servizio e il dritto. Ciò ha notevolmente arricchito la gamma di colpi del numero 6 del ranking e, soprattutto contro Tomas Berdych, ha reso più efficace la profondità di palla. Non sarà pertanto una sfida scontata, pur se Djokovic vanta un computo favorevole nei precedenti, proprio perchè probabilmente Murray è l’unico in grado di contrastare lo strapotere atletico e mentale del numero 1 del mondo. Auguriamoci di vedere una sfida equilibrata e del grande tennis, cosa che, oggettivamente, fino ad ora è mancato.

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Immagine: Federtennis/Tonelli

giandomenico.tiseo@olimpiazzurra.com

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