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Sci Alpino

Sci alpino: gli assi della nazionale maschile verso Vail

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Le convocazioni per i Mondiali di Vail-Beaver Creek hanno fatto discutere non solo nel settore femminile, con le rimostranze di Irene Curtoni attinenti più alla modalità di comunicazione che non alla scelta in sé, ma anche in quello maschile.

Qui Massimiliano Blardone, sul proprio profilo Facebook, si è sfogato con il seguente post:  “Oggi sono davvero arrabbiato. In 15 anni di carriera ho sempre lavorato sodo e meritato ogni mio successo. Sono amareggiato per questa mancata convocazione, soprattutto per i motivi che la sostengono basati su ragioni prettamente anagrafiche. Poco importa il mio evidente miglioramento di forma e il 12° posto conquistato a ridosso dei Mondiali. Ragazzi, questa sera non ci sto, sono davvero deluso!”. 

Evitando di ripetere eccessivamente concetti già espressi nel sopraccitato articolo sul settore femminile, ribadiamo un’ultima volta come, in assenza di un piazzamento nella top ten, sarebbe stata la discrezionalità dei tecnici a stabilire le eventuali aggiunte tra i convocati. Se è indubbiamente vero che Blardone ad Adelboden ha disputato una gara migliore di Giovanni Borsotti (12° contro 15°), è altrettanto vero che, oltre al non ininfluente fattore anagrafico, dalla parte del torinese pende anche una stagione senz’altro più positiva, con 51 punti conquistati a fronte dei 29 del campione ossolano. Dunque non ci spingiamo oltre nell’analisi di questa diatriba, anche perché i concetti sarebbero molto simili a quelli già espressi nell’altro articolo.

Comunque, la squadra maschile calerà una serie di assi non indifferente nella mischia della rassegna iridata, a partire dall’ItalJet e in particolare da Dominik Paris: al netto della defaillance di Wengen, il vincitore del superg sulla Streif non è mai sceso oltre il quinto posto in stagione, dunque costituisce una formidabile carta da medaglia in ben due discipline. Nella squadra di velocità, pur priva di Peter Fill, Christof Innerhofer appare in ripresa di condizione, oltre ad essere notoriamente un atleta da grandi eventi: freccia in alto anche per Werner Heel, mentre Matteo Marsaglia, che oltretutto sta disputando un’annata senz’altro migliore rispetto al negativissimo 2014-2015, si troverà a gareggiare sull’unica pista dove ha vinto. Insomma, dall’ItalJet ci si aspetta grandi cose (molto più complicate in combinata) e tornare a casa a mani vuote sarebbe senz’altro deludente.

Discorso diverso per il settore prove tecniche. In gigante la medaglia sembra lontana: Davide Simoncelli appare distante dalla brillante condizione di novembre, mentre Florian Eisath può senz’altro ambire ad un ottimo piazzamento, ma non sembra tra i favoriti per il podio così come Giovanni Borsotti. Invece, Roberto Nani ne avrebbe le carte per salirci: in carriera non gli è ancora capitato, tuttavia più di una volta ha inanellato passaggi di manche in linea con i top della specialità. Chissà che non metta assieme le varie fasi proprio nella gara più importante dell’anno…

In slalom, inutile nascondersi, le carte ci sono. Stefano Gross anzitutto: nel giro di un mese, il fassano si è ritrovato insediandosi stabilmente tra i primissimi della categoria. E che dire di Giuliano Razzoli, che sta sciando come non gli capitava da cinque anni? Tra il trentino e il reggiano, può venir fuori qualcosa di molto positivo. Ma attenzione a non sottovalutare il “vecchio” Patrick Thaler, pur appannato nelle ultime uscite, e un Manfred Moelgg che, al pari di Innerhofer, è uomo da Mondiali. Anche se nel suo caso la condizione fisica migliore appare comprensibilmente distante.

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foto: credit Fisi

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

 

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