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Tennis: intercettazioni-shock, Bracciali nella bufera scommesse

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Al momento le eventuali responsabilità penali sono tutte da accertare, ma quanto emerge da una serie di intercettazioni riportare da Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera e altri quotidiani appare davvero sconfortante per quanto riguarda alcuni rappresentanti del tennis tricolore.

L’inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse, infatti, ha avuto importanti risvolti anche nel mondo della racchetta: figura-chiave quella di Manlio Bruni, commercialista già indagato, che il 9 luglio 2007 parla su Skype con Daniele Bracciali, il tennista aretino che ha vinto cinque tornei di doppio e uno di singolare nella sua lunga carriera. Frasi come “Possiamo parlarne di questa partita? Per me dipende da come si sviluppa, è importantissimo vincere il primo set e se possibile andare un break avanti nel secondo… E’ possibile? In questo caso posso dare molto di più; garantisce goret per tutti” (Bruni, facendo riferimento a Goret, l’enigmatico intermediario tra i due) o “Di solito ci offrono 50 poi dipende cmq domani preferisco giocarla; magari per una prossima volta se ne può parlare” (Bracciali) gettano ombre fosche su alcuni match della carriera del toscano, che in un’altra conversazione si dice preoccupato per la squalifica che nel 2008 riguardò Alessio Di Mauro proprio per un giro di scommesse: “Visto Di Mauro? Ora tocca a noi. Mi rompono le palle per 370 euro. Galimberti ènella merda. Ha giocato molto e forse anche su suoi match. Volandri… troppi match sospetti“.

Nelle chat tra Bruni e tale Enrico Sganzerla, così come in alcune frasi di Massimo Erodiani, gestore di un’agenzia di scommesse già indagato, torna invece spesso il nome di Potito Starace: “Abbiamo acquistato Potito” (Bruni, 6/12/2007) è la frase più emblematica di un lungo carteggio che sembra coinvolgere il tennista campano.

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marco.regazzoni@olimpiazzurra.com

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